Le proteste in Francia per la morte di Fraisse
A Nantes e Tolosa centinaia di persone stanno manifestando da giorni contro la polizia, per l'uccisione di un ragazzo di 21 anni nel sud-ovest del paese
Sabato primo novembre, 34 persone sono state arrestate nelle città di Nantes e Tolosa, in Francia, in seguito a una serie di manifestazioni di protesta per la morte di Remi Fraisse, un ambientalista di 21 anni ucciso una settimana fa dopo essere stato colpito da una granata lacrimogena a Lisle-sur-Taine, una piccola città della Francia sud-occidentale. Da mesi a a Lisle-sur-Taine sono in corso alcune proteste contro la costruzione di una diga: in seguito alla morte di Fraisse, l’utilizzo di gas lacrimogeni da parte della polizia è stato sospeso in tutto il paese. Domenica ci sono state altre manifestazioni, senza incidenti, a Parigi e in molte altre città della Francia.
Le proteste degli ambientalisti e la morte di Fraisse sono da diversi giorni sulle prime pagine di molti giornali francesi. Nell’ultima settimana il governo, e in particolare il ministero dell’Interno, sono stati duramente criticati per non aver saputo gestire le proteste e per aver dato una risposta tardiva e confusa alle manifestazioni. Anche le associazioni di agricoltori favorevoli alla costruzione della diga hanno attaccato il governo. Secondo gli agricoltori il governo non sta facendo abbastanza per difendere le loro proprietà vicino alla cittadine di Lisle-sur-Taine, che sarebbero state più volte vandalizzate dagli ambientalisti.
Molti di questi manifestanti si definiscono “zadisti”, racconta il New York Times, un nome che deriva dall’acronimo ZAD, che sta per “Zone à defendre” (“Aree da difendere”). Si tratta di un movimento ambientalista e anarchico nato alcuni anni fa a Nantes per opporsi alla costruzione di un aeroporto. Da un anno gli “zadisti” protestano contro la costruzione della diga di Lisle-sur-Taine, che secondo loro causerebbe dei danni gravissimi all’ecosistema locale. Per opporsi alla costruzione, gli attivisti hanno costruito una piccola città di tende e capanne di legno vicino al sito individuato per la diga.
L’occupazione è stata pacifica all’incirca fino allo scorso agosto, quando le autorità locali hanno inviato sul posto poliziotti, operai e macchinari per cominciare ad abbattere alberi e livellare il suolo in vista della costruzione. Alcuni degli occupanti hanno attaccato la polizia lanciando bombe incendiarie e costruendo blocchi stradali. In un’altra occasione, un gruppo di attivisti si è staccato da una manifestazione nella cittadina di Gaillac (non molto lontano da dove dovrebbe essere costruita la diga) e ha attaccato diversi negozi e vandalizzato un memoriale di guerra. Gli scontri sono continuati fino alla scorsa domenica, quando, dopo la morte di Fraisse, il governo ha interrotto i lavori.