Hanno trovato l’aereo di Amelia Earhart?
Un pannello trovato su un atollo disabitato appartiene probabilmente all'aereo della grande aviatrice scomparsa sopra il Pacifico nel 1937: e sembra ci sia dell'altro sott'acqua
Secondo i ricercatori dell’International Group for Historic Aircraft Recovery (TIGHAR) un frammento di alluminio recuperato nel 1991 a Nikumaroro, un atollo disabitato nel sud-ovest del Pacifico, appartiene con un alto grado certezza all’aereo di Amelia Earhart, pioniera dell’aviazione scomparsa sopra l’Oceano Pacifico il 2 luglio 1937 durante il suo tentativo di fare il giro del mondo.
Il gruppo indaga da tempo su quell’ultimo volo: il frammento è un pannello di alluminio che era stato sistemato come espediente per una riparazione durante uno scalo di otto giorni dell’aviatrice a Miami su uno dei finestrini del suo aereo, un bimotore Lockheed Electra: c’è anche una foto – datata martedì 1 giugno 1937 – che mostra quella macchia lucida di metallo appena installata. Il pannello presenta una serie di caratteristiche e «un’impronta digitale» che lo collegherebbero all’aereo. Questo fatto, se confermato, spiegherebbe anche le circostanze ancora poco chiare della morte di Earhart.
Nel 1936 Amelia Earhart, già famosa per un volo transatlantico del 1928, iniziò a pianificare un’altra impresa molto ambiziosa: il giro del mondo in aereo. Dopo un primo tentativo che non andò a buon fine, nel 1937 Earhart ci riprovò. Andò tutto bene fino alla Nuova Guinea, dove la squadra di Earhart arrivò dopo aver percorso 22mila chilometri. Il 2 luglio del 1937 Earhart partì da Lae in Nuova Guinea per raggiungere l’Isola di Howland, un piccolo atollo praticamente nel mezzo dell’oceano Pacifico. Nei pressi dell’isola c’era una motovedetta della Guardia costiera statunitense, che avrebbe dovuto dare le indicazioni via radio per effettuare l’atterraggio sull’atollo. A causa di alcuni problemi tecnici, le comunicazioni via radio tra l’imbarcazione e l’aereo furono disastrose e l’aereo non diede più alcun segnale. Le ricerche nei giorni seguenti non portarono a nessun risultato. Furono spese enormi risorse per l’epoca, ma i sistemi di ricerca erano rudimentali e le ricerche furono un fallimento. La morte di Earhart fu formalmente dichiarata il 5 gennaio del 1939.
«Questa è la prima volta che un artefatto trovato su Nikumaroro ha un collegamento diretto con Amelia Earhart», ha detto il capo della squadra di ricerca. E questo potrebbe dimostrare che, contrariamente a quanto generalmente si è finora creduto, Earhart e il suo navigatore, Fred Noonan, non sono affondati nell’Oceano Pacifico, ma sono atterrati sulla barriera corallina di Nikumaroro e sono poi morti come naufraghi sull’atollo. Nel corso di dieci diverse spedizioni archeologiche a Nikumaroro il gruppo di ricercatori ha infatti scoperto una serie di manufatti che forniscono forti prove della presenza di naufraghi.
Inoltre, un’anomalia rilevata con il sonar al largo dell’atollo potrebbe corrispondere addirittura al relitto dell’aereo di Amelia Earhart. L’oggetto rilevato poggia ad una profondità di circa 180 metri e da una prima analisi corrisponde per dimensione e forma alla fusoliera dell’Electra. Nel giugno del 2015, i ricercatori torneranno a Nikumaroro per indagare sul possibile relitto e sulle reliquie di un campo di sopravvivenza.