Gli “stress test” della BCE
Non male, anche se l'Italia ha il numero più alto di banche che non li hanno passati: servono per verificare la salute degli istituti di credito europei
Secondo i risultati degli stress test diffusi domenica dalla Banca Centrale Europea, sono 23 gli istituti europei che non li hanno superati. In altre parole significa che queste banche non hanno abbastanza soldi per poter essere in grado di sopravvivere a una nuova crisi economica o finanziaria: gli stress test si svolgono valutando il capitale posseduto da ciascuna banca analizzata. I test della BCE riguardavano la fine del 2013 e la stessa banca centrale ha specificato che 10 banche hanno migliorato il loro capitale. Le restanti 13 ora hanno nove mesi di tempo per mettersi in regola, oppure rischiano di essere chiuse. Di queste, quattro sono italiane. Si tratta di Banca Carige, Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Milano e Banca Popolare di Vicenza.
MPS è la banca che in tutta Europa si trova nella situazione peggiore: le mancherebbero circa 2,1 miliardi di euro per superare gli stress test. In tutto erano 10 le banche italiane segnalate dalla BCE, un fatto che evidenzia come il sistema finanziario italiano sia tra i più in difficoltà d’Europa. Contemporaneamente sono stati pubblicati anche i test compiuti dalla European Banking Authority (EBA). I risultati sono stati gli stessi, tranne che nel caso di una banca spagnola che ha fallito i test EBA e passato quelli della BCE.
Lo scopo degli stress test è migliorare la fiducia reciproca del sistema finanziario e facilitare i prestiti tra una banca e l’altra. La BCE cerca di ottenere questo risultato indicando quali sono le banche che hanno effettivamente delle difficoltà e quindi rassicurando sulla salute delle altre. In tutto la BCE ha esaminato 130 istituti e ne ha trovati soltanto 14 che devono ancora migliorare i propri conti.
In vista degli stress test molte banche europee hanno compiuto “aumenti di capitale”, operazioni con le quali si cerca di aumentare il proprio capitale (in genere vendendo nuove azioni sul mercato). Secondo la BCE, dall’estate 2013 le banche europee hanno aumentato il loro capitale di circa 200 miliardi di euro.
Gli stress test, infatti, si svolgono analizzando quanto “capitale”, ossia quanto denaro “proprio”, ha in tasca ogni banca. Il capitale è il denaro che le banche possiedono e che non gli viene “prestato” da nessuno, e che quindi può essere utilizzato per assorbire perdite improvvise. La quantità di questo capitale che bisogna avere per passare gli stress test viene fissata da una percentuale che si calcola sul totale di tutte le attività della banca pesate per il rischio (una cosa complicata che significa più o meno che prestiti molto rischiosi contano di più che acquisti di titoli di stato, considerati in genere molto sicuri). Attualmente le banche sono tenute ad avere in capitale una cifra pari al 5,5 per cento di tutte le attività pesate per il rischio, cioè la quota che al momento si ritiene necessaria per consentire a una banca di sopravvivere in caso di crisi finanziaria. Entro il 2016 questa quota dovrebbe raggiungere l’8 per cento.