Il lancio di Alan Eustace dalla stratosfera
Un dirigente di Google si è lanciato col paracadute da un'altezza di oltre 41 chilometri, e ha superato il muro del suono
Alan Eustace, un 57enne ingegnere informatico americano e dirigente di Google, si è lanciato col paracadute da un pallone aerostatico giunto vicino al limite della stratosfera a Roswell (New Mexico, Stati Uniti): ha effettuato il lancio venerdì 24 ottobre ed è stato assistito dalla società Paragon Space Development Corporation. Eustace è arrivato a un’altezza di 41.420 metri prima di lasciarsi cadere, e ha poi raggiunto in caduta libera una velocità massima di 1.322 chilometri orari. Ha battuto il precedente record di altezza di un lancio in caduta libera stabilito dall’austriaco Felix Baumgartner, che aveva raggiunto 39 chilometri di altezza a bordo di una capsula nell’ottobre del 2012.
Eustace è stato portato a oltre 41 chilometri di altezza da un pallone aerostatico riempito con circa 990 metri cubi di elio: è partito da una pista aerea abbandonata a Roswell e ha raggiunto l’altezza massima in poco più di due ore, raggiungendo una velocità massima in ascensione di 487 metri al minuto. Dal momento in cui Eustace si è lasciato cadere a quando ha toccato terra sono trascorsi invece quindici minuti: Eustace ha superato il muro del suono, e le persone che si trovavano a terra hanno riferito di aver sentito un lieve boato sonico. La Federazione Aeronautica Internazionale ha confermato il record di altezza massima mai raggiunta per un volo del genere (41.420 metri). «È stato meraviglioso, bellissimo», ha detto Eustace. «Si poteva vedere l’oscurità dello spazio e gli strati di atmosfera, cose che non avevo mai visto prima d’ora».
Eustace ha aperto il paracadute a pochi chilometri da terra, dopo poco più di quattro minuti di caduta libera: ha così rallentato di molto la sua velocità ed è arrivato al suolo più o meno dolcemente, a circa 112 chilometri di distanza dal punto in cui era partito. Molti commentatori hanno notato e sottolineato il fatto che si sia trattato di un evento largamente tenuto segreto, e relativamente poco pubblicizzato finora, sebbene Eustace potesse contare sulla possibile collaborazione di un gruppo noto in tutto il mondo come Google: Eustace ha raccontato di aver declinato l’assistenza di Google per paura che l’esperimento si trasformasse in un grande evento pubblicitario. Il New York Times scrive che Eustace – un pilota di aeroplani da turismo e appassionato di lancio col paracadute e sport estremi – lavorava a questo lancio da quasi tre anni, insieme a un gruppo ristretto di tecnici specializzati nella progettazione di tutte spaziali, paracaduti e palloni aerostatici. Durante il lancio, montava una semplice camera GoPro e comunicava con il centro di controllo tramite un collegamento radio.
Una delle cose più difficili da fare per la Paragon Space Development Corporation, la società che ha seguito Eustace nella progettazione del lancio, è stata creare un sistema di supporto delle funzioni vitali che permettesse a Eustace di respirare ossigeno puro nella sua tuta pressurizzata sia durante l’ascensione che durante la caduta. Eustace ha raccontato anche di alcuni particolari tecnici emersi durante questi anni di ricerca: ha scoperto, per esempio, che per controllare gli spostamenti del suo corpo dall’interno della tuta avrebbe dovuto compiere movimenti opposti a quelli che farebbe convenzionalmente un paracadutista in circostanza normali (doveva muoversi a sinistra per spostarsi a destra, muoversi in alto per puntare verso il basso).
La società americana World View ha detto di aver acquisito la stessa tecnologia di Paragon Space Development Corporation che ha reso possibile il lancio di Eustace, e che questa tecnologia sarà utilizzata per proseguire la ricerca nel campo dell’esplorazione della stratosfera.