Il Ruanda contro BBC
Il governo di Kagame è arrabbiato per un documentario "revisionista" sul genocidio ruandese del 1994, in cui si danno grosse responsabilità al suo partito e ai tutsi
Il parlamento del Ruanda ha chiesto la sospensione delle trasmissioni del network britannico BBC in tutto il paese. La stessa richiesta era arrivata mercoledì 22 ottobre dal presidente ruandese Paul Kagame, che aveva accusato BBC di avere trasmesso un documentario con informazioni false riguardo il genocidio del Ruanda del 1994. Nel documentario – che si intitola “Rwanda’s Untold Story” (“La storia non raccontata dal Ruanda”) e che è stato trasmesso questo mese – si sostiene che durante il genocidio il partito di Kagame, il Fronte Patriottico Ruandese (RPF), abbia commesso crimini di guerra. Inoltre, secondo le testimonianze raccolte da BBC, non sarebbe corretto attribuire a Kagame e al suo partito il merito della fine dei massacri, come invece hanno sostenuto finora le ricostruzioni ufficiali.
Il documentario di BBC: “Rwanda’s Untold Story”
Breve contesto: cosa fu il genocidio e chi è Kagame
Il 6 aprile del 1994 l’aereo che trasportava il presidente e dittatore del Ruanda Juvénal Habyarimana, al potere dal 1973 e di etnia hutu, fu abbattuto da un razzo. La morte del presidente Habyarimana diede inizio – fu un pretesto secondo molti – al genocidio compiuto dagli hutu nei confronti della minoranza dei tutsi, ritenuta responsabile dell’attentato. Nel giro di 100 giorni, dal 7 aprile alla metà di luglio del 1994, furono uccise almeno un milione di persone, ci furono decine di migliaia di stupri e di bambini arruolati come soldati. A luglio le milizie tutsi riunite nel RPF, guidate da Paul Kagame, deposero il governo degli hutu e misero fine al massacro. Kagame divenne il presidente provvisorio del paese, fu eletto democraticamente nel 2003 e rieletto nel 2010. Dalla fine del genocidio Kagame è considerato una specie di “salvatore” del paese: la versione di BBC invece è molto diversa.
Cosa dice il documentario di BBC
I punti salienti del documentario di BBC sono tre. Primo, l’aereo che trasportava il dittatore hutu Juvénal Habyarimana fu abbattuto su ordine dello stesso Kagame: nel documentario questa tesi è confermata da due importanti ex collaboratori di Kagame che facevano parte in quegli anni del RPF (al minuto 15.00 e al minuto 18.30 del documentario). Secondo: le violenze che colpirono il Ruanda nei 100 giorni del genocidio non si fermarono in coincidenza dell’arrivo dei miliziani del RPF, come sostengono le ricostruzioni ufficiali che sono state accettate anche all’estero negli ultimi vent’anni: due ricercatori dell’Università del Michigan hanno mappato tutte le violenze e hanno scoperto “posto dopo posto” che le violenze contro i tutsi terminarono prima dell’arrivo del RPF (minuto 21.39). La retorica di Kagame “liberatore” non sarebbe quindi sostenuta dai fatti. Terzo: il RPF uccise moltissimi hutu – e non furono quindi solo gli hutu a uccidere i tutsi. BBC dice che anche le Nazioni Unite erano a conoscenza di queste uccisioni (dal minuto 25.00): in un documento dell’ONU che è stato classificato come “confidential” si legge che le uccisioni furono “sistematiche” e furono tra le 5mila e le 10mila al mese.
Le reazioni al documentario
Il governo del Ruanda e il presidente Kagame hanno negato le tesi esposte dal documentario e hanno accusato BBC di fare del negazionismo riguardo al genocidio degli hutu contro i tutsi. BBC ha detto di avere provato a chiedere più volte chiarimenti al governo del Ruanda rispetto alle questioni sollevate nel documentario, senza però ottenere alcuna risposta. Ha poi aggiunto:
«Ci sono diversi riferimenti alle uccisioni di massa di tutsi compiute dagli hutu nel 1994 e al fatto che questo significhi che c’è stato un genocidio. […] BBC ha il dovere di indagare temi difficili e complicati e crediamo che il documentario sia un contributo di valore per capire la tragica storia del paese e della regione, e del governo del Ruanda degli ultimi venti anni.»
Nei giorni scorsi si è tenuta una manifestazione anti-BBC a Kigali, la capitale del Ruanda. Circa 150 manifestanti hanno scritto una lettera a BBC indirizzata al direttore generale Tony Hall. La lettera, che è stata firmata anche da un gruppo di 38 accademici, autori e diplomatici, sostiene che BBC si sia comportata in maniera “irresponsabile” nel trasmettere un documentario che alimenta il “negazionismo del genocidio”.