A tre giorni dal ballottaggio in Brasile
Si vota domenica, Rousseff e Neves sono vicinissimi nei sondaggi e intanto litigano sul petrolio, la corruzione, la crisi economica e l'aggettivo "frivola"
Il prossimo 26 ottobre, in Brasile, si terrà il ballottaggio delle elezioni presidenziali. Al primo turno Dilma Rousseff, la presidente uscente del Partito dei Lavoratori (centrosinistra) aveva ottenuto il maggior numero di voti (42 per cento) ma per essere eletta direttamente sarebbe dovuta arrivare al 50 per cento più uno. L’altro candidato arrivato al ballottaggio è Aécio Neves del Partito della Social Democrazia Brasiliana (centro) che aveva ottenuto il 34 per cento dei voti.
Chi sono, in breve
Neves è un economista di orientamento liberale e centrista, ex governatore dello stato Minas Gerais, ex senatore e nipote di Tancredo Neves, che venne eletto presidente nel 1985 ma morì prima di entrare in carica. Ha 54 anni, ha iniziato a fare politica con il nonno e ha idee piuttosto pro-business, favorevoli alle aziende private: propone sgravi fiscali, un modello statale più leggero e meno oneroso, la privatizzazione e l’esternalizzazione di vari servizi.
Dilma Rousseff è figlia di un esule, poeta e militante comunista bulgaro: durante gli anni della dittatura militare in Brasile si unì alla resistenza, diventando guerrigliera della Vanguarda Armada Revolucionária Palmares. Fu catturata dai militari, imprigionata e torturata per tre anni. Laureata in economia, divenne ministro per le Miniere e per l’Energia nel 2003. Due anni dopo, il presidente Lula da Silva la scelse come ministro della Casa Civil, una sorta di ministro dell’Interno con funzioni di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Da quella posizione Dilma Roussef si incaricò di attuare e coordinare tutti i principali programmi approvati dal governo e si affermò come la principale esecutrice delle politiche di Lula, che la scelse per succedergli alla presidenza nel 2010.
Con chi sta Marina Silva
Marina Silva, la candidata del Partito Socialista su cui si erano concentrati molto i media durante la campagna elettorale, al primo turno ha ricevuto solamente il 21 per cento dei voti. Silva ha deciso di dare il suo appoggio ad Aécio Neves. Se Neves ottenesse i voti di tutti gli elettori di Silva, vincerebbe le elezioni. Rousseff ha però negato che l’appoggio di Silva comporti un trasferimento automatico del suo 21 per cento al rivale: «Il voto non è proprietà di nessuno. È di chi va alle urne e si registra per votare. Non è né mio, né di qualsiasi altro candidato. È dei cittadini».
Gli ultimi sondaggi
Negli ultimi giorni sono stati condotti due sondaggi. Il primo – dell’istituto Datafolha – mostra Rousseff al 47 per cento e Neves al 43: Rousseff ha recuperato punti rispetto all’ultima rilevazione, Neves ne ha persi. Dall’analisi dei segmenti del campione intervistato, risulta che Rousseff ha recuperato consensi soprattutto tra le donne, tra i più giovani, tra gli elettori con un reddito e un livello di scolarizzazione medio e nelle regioni del sud-est, dove Neves aveva ottenuto al primo turno il maggiore vantaggio.
Il secondo sondaggio – fatto dalla società MDA – dice che Rousseff è al 45,5 e Neves al 44,5. La differenza tra i due candidati rimane entro il margine di errore (2,2 per cento) e c’è da dire in generale che il sistema dei sondaggi in Brasile è ritenuto poco affidabile (quelli precedenti al primo turno hanno avuto per esempio grandissime oscillazioni). La percentuale di elettori indecisi è rimasta per entrambi i sondaggi invariata, e cioè fra il 4 e il 6 per cento: questo indica che i candidati non sono ancora stati in grado di convincere questi elettori nella settimana finale della loro campagna elettorale.
Gli ultimi giorni di campagna elettorale
Vista l’incertezza dei sondaggi, la campagna elettorale degli ultimi giorni è stata occupata soprattutto da accuse reciproche e pesanti attacchi tra candidati. Neves ha puntato sulla corruzione del paese e sul caso che riguarda Patrobas – compagnia petrolifera a maggioranza statale – e alcune tangenti in cui sono stati coinvolti degli esponenti del Partito dei Lavoratori. Rousseff stessa, negli ultimi giorni, ha ammesso l’esistenza dei fondi neri che circolavano all’interno della compagnia nazionale. Ha però aggiunto di non aver «mai ostacolato le indagini sui casi di corruzione», di non aver «mai fatto pressione per bloccare le indagini che potessero accertare i fatti» e ha concluso: «farò tutto il possibile per risarcire il paese. Se c’è stata una distrazione di denaro pubblico, lo vogliamo indietro».
Neves ha comunque messo in dubbio la trasparenza e la competenza di Rousseff dicendo: «Dobbiamo rendere le nostre imprese più professionali, toglierle al controllo della politica. Tutta questa corruzione è una conseguenza del modo in cui sono nominati i dirigenti. Sono scelti tra le fila del partito della presidente o della presidenza». Ha infine criticato duramente Rousseff per le condizioni economiche del Brasile e ha promesso, con espressioni piuttosto forti, di «liberare il paese dalla dittatura».
Rousseff, impegnata soprattutto a difendersi dalle accuse, ha anche ribadito la sua intenzione di continuare a lavorare per il cambiamento sottolineando i buoni risultati ottenuti durante il suo mandato. Effettivamente, con Rousseff presidente, la disoccupazione ha raggiunto livelli molto bassi, intorno al 5 per cento, è stato aumentato il salario minimo e si sono ridotti sensibilmente i casi di denutrizione, soprattutto nelle regioni più povere. Nell’ultimo anno e mezzo, però, il paese si è trovato ad affrontare la crisi economica e il peggioramento di alcuni servizi, a partire da quello dei trasporti pubblici, che ha portato anche a grandi manifestazioni di piazza.
Negli ultimi giorni c’è stata poi una questione in particolare ad aver occupato il dibatto intorno alla campagna elettorale e riguarda le donne. Neves ha più volte definito Rousseff “frivola” e secondo diversi analisti questo fatto è alla base del lieve recupero nei sondaggi di Rousseff. Da alcune indagini interne al partito di Rousseff è risultato infatti che questa offesa è stata giudicata sessista (Neves l’ha usata proprio perché Rousseff è una donna). Lo stesso ex presidente Lula, sostenitore di Rousseff, ha chiesto pubblicamente a Neves se si sarebbe permesso di usare quelle stesse espressioni se il suo avversario fosse stato un uomo. Attorno a questa questione è stata anche costruita una specifica campagna contro Neves. Il partito di Rousseff ha girato uno spot in cui si dice che Neves «ha difficoltà a rispettare le donne». Neves ha presentato ricorso in tribunale per diffamazione e per chiedere il ritiro dello spot dalle televisioni nazionali.