C’è un sottomarino russo in Svezia?
La storia di sospetti, misteri e teorie fantasiose che sta facendo litigare Svezia e Russia, e che sembra uscita dagli anni della Guerra Fredda
Da qualche giorno i giornali di mezzo mondo si stanno occupando di una storia piuttosto strana e ancora molto misteriosa: un “retaggio della Guerra Fredda”, l’ha definita il Washington Post. La storia è questa, in sintesi: al largo delle coste della Svezia è stato avvistato un sottomarino straniero che si sospetta appartenere alla Russia. Il governo russo ha negato di aver violato le acque territoriali svedesi, e fonti del ministero della Difesa russo hanno detto che si tratta probabilmente di un sottomarino olandese. Il governo olandese ha a sua volta smentito, dicendo che l’esercitazione militare che stava svolgendo in Svezia si è conclusa venerdì e al momento del primo avvistamento il mezzo olandese Bruinvis si trovava già ancorato a Tallinn, in Estonia.
Col passare dei giorni le segnalazioni – e le teorie – sono aumentate: per esempio alcuni giornali locali hanno scritto che nell’arcipelago svedese è stato avvistato un uomo “vestito di nero”, che dicono (piuttosto fantasiosamente) potrebbe essere una spia russa. Altri giornali locali hanno ricostruito la storia in maniera diversa: hanno scritto che i militari svedesi hanno intercettato una richiesta di aiuto da un sottomarino russo che probabilmente è rimasto in qualche modo incagliato sott’acqua. Il giornale Snenska Dagbladet ha scritto invece che la Svezia ha intercettato messaggi criptati tra l’arcipelago di Stoccolma e Kalingrad, l’enclave russa tra Polonia e Lituania con accesso al mar Baltico dove si trova il quartier generale della flotta russa nel Baltico.
La realtà, almeno finora, è che non ci sono prove definitive della presenza del sottomarino nelle acque territoriali della Svezia, e tantomeno della sua eventuale provenienza. La storia ha comunque già provocato una rapida e significativa reazione da parte del governo svedese. Il ministro della Difesa della Svezia ha detto che una squadra militare di 200 persone ha cominciato le ricerche del sottomarino – soprattutto nei pressi di Stoccolma – affiancata anche da elicotteri e navi dragamine. Secondo il governo svedese si tratta del più grande impiego di forze in un’operazione di questo tipo dalla fine della Guerra Fredda.
Ci sono dei precedenti: diversi giornali svedesi hanno ricordato come negli anni Ottanta, in piena Guerra Fredda, i russi furono accusati diverse volte di avere mandato propri sottomarini nelle acque territoriali della Svezia. L’episodio più famoso accadde nel 1981 ed è ricordato come l’incidente “Whisky on the rocks”: un sottomarino sovietico si incagliò nelle acque vicino a una base navale svedese a Karlskrona, sulla costa baltica meridionale. Si trattava di un sottomarino di classe Whisky, che non trasportava armi nucleari (anche se si sospettò il contrario), ma l’incidente fece aumentare i sospetti che alcune navi del Patto di Varsavia svolgessero attività di spionaggio nelle acque svedesi. Nel 1990 uno studio [PDF] diffuso dal think tank statunitense Rand Corporation sostenne che l’Unione Sovietica aveva “condotto operazioni con sottomarini nelle acque della Svezia senza sosta dalla Seconda guerra mondiale”.
La storia degli avvistamenti del sottomarino russo – rinominata da molti utenti dei social media “The Hunt for Reds in October”, simile al titolo del celebre film “The Hunt for Red October” (“Caccia a ottobre rosso”) – ha implicazioni politiche che potrebbero diventare rilevanti, soprattutto per le relazioni diplomatiche molto tese che si sono sviluppate negli ultimi mesi tra Occidente e Russia. Le tensioni non riguardano solo la crisi in Ucraina orientale: per esempio martedì la NATO – l’organizzazione per la collaborazione nella difesa che durante la Guerra Fredda era opposta al Patto di Varsavia – ha detto di avere usato un suo caccia per il secondo giorno consecutivo con l’obiettivo di intercettare un aereo militare russo che sorvolava il Mar Baltico. La Svezia non fa parte della NATO ma è membro dell’Unione Europea, formata per la maggioranza da stati membri della NATO.
All’inizio di quest’anno Wilhelm Unge, il capo degli analisti dell’unità anti-terrorismo dell’agenzia di intelligence svedese Säpo, ha detto ai giornalisti che la “Russia è il più grande agente di intelligence in Svezia”. La maggior parte degli analisti sostiene però che l’agitazione che sta creando questa storia, almeno stando alle informazioni finora disponibili, è eccessiva. Ingela Nilsson, portavoce del ministro della Difesa svedese, ha ridimensionato l’intera vicenda dicendo al New York Times: «Non penso che una persona normale abbia paura che la Russia ci possa invadere. Le persone sono molto più preoccupate per ebola».