Oscar Pistorius condannato a 5 anni
È stata decisa la pena dell'atleta paralimpico sudafricano, condannato un mese fa per l'omicidio colposo della fidanzata Reeva Steenkamp
Oscar Pistorius, l’atleta paralimpico più famoso del mondo, è stato condannato a 5 anni di carcere per l’omicidio colposo della sua compagna Reeva Steenkamp, avvenuto nella loro abitazione il 13 febbraio 2013. Pistorius è stato inoltre condannato ad altri 3 anni per negligenza relativamente ad un altro episodio, ma questa sentenza è stata sospesa con la condizionale. La prima pena è invece immediatamente esecutiva e Pistorius – che non ha avuto alcuna reazione evidente dopo la lettura della sentenza – è stato portato prima nella cella del tribunale e poi trasferito nel centro di detenzione Kgosi Mamphuru di Pretoria. La madre di Reeva Steenkamp ha commentato dicendo ai giornalisti presenti in tribunale «è giusto», l’avvocato dell’accusa si è dichiarata soddisfatta e lo zio di Pistorius ha fatto sapere che non sarà presentato appello (ci sono comunque 14 giorni di tempo per prendere una decisione in tal senso).
Alcuni legali intervistati dal Guardian hanno detto che Pistorius dovrà passare in carcere un tempo corrispondente ad almeno un sesto della condanna, dunque almeno 10 mesi, prima di poter richiedere ed eventualmente accedere ai domiciliari; altre fonti parlano invece di 20 mesi, corrispondenti a un terzo della pena. Su questo punto non ci sono comunque conferme. NBC, nel frattempo, scrive che il Comitato Paralimpico Internazionale ha detto che non permetterà a Pistorius di competere alle Olimpiadi che si terranno a Rio de Janeiro, in Brasile, nel 2016 e che gli sarà vietato partecipare a competizioni sportive fino 2019.
Pistorius, che è sudafricano, era stato giudicato colpevole di omicidio colposo lo scorso 12 settembre; la giuria si era poi riunita in una nuova udienza per stabilire la pena. In Sudafrica non esiste una pena minima per l’omicidio colposo, mentre la pena massima è di 15 anni (anche se CNN sostiene che questo limite non sia previsto dalla legge, ma sia stato stabilito dalla prassi). L’accusa aveva chiesto che Pistorius venisse condannato ad almeno 10 anni di prigione; la difesa, invece, aveva chiesto che Pistorius venisse messo per tre anni agli arresti domiciliari e che rendesse un servizio alla comunità attraverso un lavoro ai servizi sociali. La giudice Madipa (l’unica a cui spettasse la decisione finale e che aveva già deciso sulla colpevolezza di Pistorius) ha spiegato che gli arresti domiciliari sarebbero stati troppo poco, vista la sua negligenza, e che nonostante la sua fragilità Pistorius dovesse andare in carcere; ma che allo stesso tempo una pena troppo lunga avrebbe tradito il principio della pietà nei confronti di un condannato per omicidio colposo.
La giudice ha anche detto che l’assegnazione della pena è un processo «non scientifico», in cui persone ragionevoli diverse possono arrivare a conclusioni diverse, ognuna con validi argomenti. «Se le condanne per reati gravi fossero troppo indulgenti», ha poi aggiunto «l’amministrazione della giustizia potrebbe cadere in discredito e le persone convincersi di poter gestire come meglio credono la legge». La difesa aveva citato alcuni altri casi di omicidio colposo in cui gli autori non erano stati incarcerati. Masipa ha però detto che nessuno di quei casi era rilevante.
Pistorius sconterà la pena in una cella singola nell’ala ospedaliera del centro di detenzione Kgosi Mamphuru di Pretoria, decisione presa per la sua sicurezza personale viste le molte minacce ricevute. Al termine del processo, la giudice Thokozile Masipa aveva assolto Pistorius dall’accusa di omicidio premeditato (l’accusa più grave), ma lo aveva condannato per omicidio colposo ritenendo che «una persona ragionevole» non avrebbe sparato quattro colpi di pistola verso la porta del bagno, e che Pistorius si era comportato in maniera «troppo precipitosa, con un utilizzo eccessivo della forza».
Il processo è durato quasi otto mesi: era iniziato il 3 marzo 2014 e Pistorius (dopo otto giorni di detenzione) era rimasto libero su cauzione fino a questo momento. Nessuno ha mai dubitato che fosse stato Pistorius – con quattro colpi di pistola, sparati attraverso la porta del bagno – a uccidere la fidanzata: ma la sua versione, accolta dalla decisione della giudice, è che si sia trattato di un incidente, frutto anche del suo stato di ansia: Pistorius sparò perché credeva fosse entrato un ladro in casa. L’accusa aveva invece cercato di provare che Pistorius aveva ucciso Steenkamp dopo che la coppia aveva avuto una lite: diversi testimoni avevano detto infatti di aver sentito dei rumori provenienti dalla casa prima della sparatoria. Le prove di una presunta lite tra i due erano state giudicate “fragili” e alcune testimonianze a riguardo erano state rigettate interamente.