L’operazione che ha permesso a un paralitico di tornare a camminare
Grazie al trapianto di alcune cellule dell'olfatto nel midollo spinale, un uomo paralizzato dalla vita in giù ora muove le gambe
Darek Fidyka, un uomo di 40 anni che era rimasto paralizzato dalla vita ai piedi in seguito a un accoltellamento nel 2010, è riuscito nuovamente a camminare grazie a un trapianto di cellule del suo sistema olfattivo al midollo spinale. L’operazione chirurgica, unica nel suo genere, è stata eseguita da un gruppo di chirurghi polacchi in collaborazione con alcuni medici londinesi. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell Transplantation e in futuro la procedura potrebbe essere utilizzata per trattare altri casi simili a quello di Fidyka.
Per l’operazione sono state utilizzate alcune particolari cellule: si chiamano cellule olfattive di rivestimento e permettono alle cellule nervose che si occupano dell’olfatto di rinnovarsi continuamente. I chirurghi hanno rimosso alcune di queste cellule e le hanno messe in coltura, per farle crescere e moltiplicare in laboratorio. A un paio di settimane dall’asportazione, il gruppo di medici ha operato nuovamente il paziente trapiantando le cellule olfattive nel midollo spinale, in prossimità del punto dove era stato interrotto a causa della profonda ferita da coltello che aveva rimediato Fidyka. Il trapianto è avvenuto eseguendo un centinaio di microiniezioni nella zona, utilizzando in tutto circa 500mila cellule, una quantità relativamente bassa.
I chirurghi hanno inoltre rimosso quattro “strisce” di fibre nervose dalla caviglia del paziente, collocandole nel punto dove il midollo spinale si era assottigliato a causa della ferita da taglio. Le fibre hanno permesso di ricoprire i circa 8 millimetri di interruzione, mentre secondo i ricercatori le cellule olfattive hanno fornito le risorse necessarie per permettere alle fibre nervose di mettere in collegamento i punti del midollo spinale a valle e a monte della ferita.
Prima dell’operazione, raccontano su BBC News, Fidyka era paralizzato da ormai un paio di anni e non dava segno di miglioramenti, nonostante fosse stato sottoposto a molti mesi di fisioterapia piuttosto intensa. Dopo averlo operato, i medici hanno proseguito con la fisioterapia, sottoponendo il paziente a sessioni di cinque ore cinque volte la settimana. A tre mesi di distanza, Fidyka ha notato che iniziavano a esserci i primi risultati: la sua coscia sinistra stava riguadagnando massa muscolare dopo anni di inattività. A sei mesi dall’operazione, il paziente è riuscito per la prima volta a camminare, grazie all’aiuto di un fisioterapista e al sostegno di due barre parallele.
Ora che sono passati due anni dal trattamento, Fidyka riesce a camminare da solo per il centro di riabilitazione, utilizzando un sostegno per farsi sicurezza. Oltre a riuscire a muovere le gambe, il paziente ha recuperato parzialmente la capacità di controllare la propria vescica e ha nuovamente un’attività sessuale. Dice di stancarsi molto rapidamente quando cammina da solo, ma confida di potere essere nuovamente indipendente un giorno. Le risonanze magnetiche, dicono i ricercatori, indicano che probabilmente l’interruzione nel midollo spinale è stata colmata dal nuovo materiale nervoso depositato durante l’operazione. Ma non è ancora possibile affermare con assoluta certezza che il recupero di Fidyka sia avvenuto solo in virtù dell’operazione.
Il trapianto di cellule olfattive per la rigenerazione nervosa è stato sperimentato per diversi anni sulle cavie di laboratorio. Tra i principali esperti di questa tecnica c’è Geoff Raisman, dell’Istituto di Neurologia dell’University College di Londra, che ha guidato il gruppo di ricerca britannico che ha collaborato con quello polacco di Breslavia. Si occupa da oltre 40 anni di questo tipo di ricerche e nel 2005 fu contattato dal chirurgo polacco Pawel Tabakov, interessato a portare dai laboratori alle sale operatorie le tecniche messe a punto da Raisman. I primi trattamenti su tre pazienti non portarono ai risultati sperati, ma dimostrarono che l’operazione non costituiva ulteriori pericoli per la salute. Fidyka è il primo caso di recupero dopo il trattamento, ma la tecnica dovrà essere affinata e ulteriormente approfondita prima di essere diffusa.