La questione dei militari con l’ombrello
La storia bizzarra che spiega cosa hanno a che fare Carlo Cottarelli, la spending review, Barack Obama e il primo ministro inglese Neville Chamberlain con gli ombrelli
In un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera venerdì 17 ottobre, il giornalista Beppe Severgnini ha chiesto all’ex commissario alla revisione della spesa Carlo Cottarelli quale fosse l’esperienza più strana che ha vissuto durante il suo mandato. Cottarelli ha risposto con una breve storia in cui si parla di ombrelli e militari:
«Una è legata alle auto blu, che come sa sono un mio pallino. Quando ho discusso col ministero della Difesa dell’opportunità che alcuni ufficiali superiori rinunciassero all’auto di servizio, ho scoperto che esiste un regolamento dell’Esercito e della Marina, ma non dell’Aviazione, che impedisce ai militari in divisa di andare in giro con l’ombrello. Non potendosi bagnare, devono prendere l’auto. Ecco, questa cosa mi è sembrata veramente un po’ strana»
Tra i vari corpi militari quelli che hanno il divieto più netto sono i carabinieri, che nel regolamento riguardo le uniformi inseriscono l’ombrello nell’elenco degli indumenti ed accessori che non possono indossare mentre sono in divisa (non possono nemmeno infilare oggetti in tasca o girare con zaini e borse, a meno che non siano di dimensione contenuta e in tinta unita). In un altro articolo, pubblicato sempre sul Corriere della Sera, viene specificato che esercito e marina nei loro regolamenti non nominano esplicitamente l’ombrello, ma che «in caso di condizioni meteorologicamente avverse viene indossato il soprabito».
A quanto sembra gli unici a potere utilizzare l’ombrello nelle forze armate italiane sono gli aviatori. Scrive il Corriere:
Il 23 ottobre 2012 una direttiva del generale Nicola Lanza de Cristoforis ha comunicato a «tutto il personale che è autorizzato, in caso di tempo piovoso, l’uso dell’ombrello personale». Naturalmente rispettando regole precise: «Dovrà essere di colore nero, con montatura metallica argentata o nera, fodero ed impugnatura di colore nero, tenuto con la mano sinistra»
La mano destra, infatti, va sempre tenuta libera per poter fare il saluto militare.
Quello di militari ed ombrelli non è un problema solo italiano. Nel maggio del 2013 negli Stati Uniti ci fu una piccola polemica quando il presidente Barack Obama chiese a due marines in alta uniforme di reggere un ombrello per coprire dalla pioggia lo stesso Obama e l’allora primo ministro turco Recep Tayyp Erdogan durante una conferenza stampa nel cortile della Casa Bianca. I marines americani, infatti, come i militari maschi dell’esercito degli Stati Uniti (ma non quelli dell’aviazione e della marina), hanno il divieto di ripararsi o anche soltanto di aprire un ombrello. Negli anni Novanta ci fu un dibattito (davvero: ne scrisse anche il New York Times) per eliminare la differenza di genere che permetteva alle donne, ma non ai maschi, di utilizzare un ombrello. Ma ad oggi la regola resta in vigore.
Obama venne criticato all’epoca in parte perché si era fatto reggere l’ombrello da qualcuno, mentre – come scrisse l’ex governatrice dell’Alaska Sarah Palin – «la maggior parte degli americani, quando piove, l’ombrello se lo tiene da sola»; in parte perché aveva costretto i marines a violare il regolamento ufficiale del corpo. In realtà, essendo il presidente degli Stati Uniti anche il comandante in capo delle forze armate, probabilmente la sua richiesta non era affatto una violazione.
Rimane la domanda del perché le forze armate negli Stati Uniti, in Italia e in molti altri paesi del mondo siano così ostili agli ombrelli. In realtà questi regolamenti militari sono oramai così vecchi che nessuno ricorda più perché vennero introdotti. Secondo alcuni, la ragione è che utilizzare un ombrello per ripararsi dalla pioggia avrebbe qualcosa di effemminato e poco “macho” (motivo per cui, secondo alcuni critici, alle donne sarebbe consentito utilizzarlo). In effetti l’introduzione dell’ombrello in Europa, nella metà del Diciottesimo secolo, fu in qualche misura controversa. Si racconta che il primo inglese ad utilizzare un ombrello, Jonas Hanway, venisse spesso preso in giro e accusato di essere un francese (che all’epoca era più o meno un’accusa di essere un lezioso effeminato).
Questa associazione dell’ombrello a mancanza di virilità rimase in qualche misura anche nel corso del Novecento. Il primo ministro inglese Neville Chamberlain (quello della Conferenza di Monaco) si mostrava quasi sempre in pubblico con un ombrello, tanto che spesso veniva definito “l’uomo con l’ombrello” e nelle vignette era spesso raffigurato con un ombrello in mano oppure sotto forma di ombrello antropomorfo. Questa definizione non era soltanto descrittiva, ma sottolineava anche l’aspetto “borghese” (e quindi poco virile e militaresco) di Chamberlain, un primo ministro considerato da molti debole e arrendevole nei confronti di Adolf Hitler e Benito Mussolini che invece indossavano quasi sempre divise militari. E di certo non si facevano fotografare con un ombrello in mano.