La storia dei 43 studenti spariti in Messico si complica
Il DNA dei corpi trovati per il momento nelle fosse comuni a Iguala non coincide; nel frattempo si è ucciso un importante leader criminale accusato di essere coinvolto nelle sparizioni
Da qualche giorno la storia dei 43 studenti scomparsi a Iguala, nello stato messicano di Guerrero, si è ulteriormente complicata: il procuratore generale Jesús Murillo Karam ha confermato che i primi 28 cadaveri trovati in una fossa comune a Iguala non sono degli studenti scomparsi, come si era creduto in precedenza (l’identità dei morti non è ancora stata rivelata). Inoltre martedì 14 ottobre la polizia messicana ha fatto sapere anche che il leader della gang criminale “Guerreros Unidos” – gruppo accusato di essere coinvolto nella sparizione degli studenti – è rimasto ucciso in una sparatoria in un quartiere di Cuernavaca, a sud di Città del Messico. La situazione in diverse città messicane, intanto, sta diventando sempre più tesa: lunedì, per esempio, un gruppo di manifestanti ha saccheggiato e bruciato una parte della sede del governo nello stato di Guerrero, durante alcune proteste legate alla sparizione degli studenti.
Dall’inizio, cos’è successo con gli studenti scomparsi
Gli studenti scomparsi frequentavano l’università di Ayotzinapa, una città vicina al capoluogo dello stato di Guerrero. Il 26 settembre erano partiti dalla loro università per andare a manifestare a Iguala. A quanto pare per raggiungere la città avevano “sequestrato” due autobus privati, come succede piuttosto spesso nella zona quando sono in programma manifestazioni o proteste. L’università di Ayotzinapa è infatti un posto molto radicale: le sue pareti sono coperte di ritratti di Che Guevara e Lenin e l’ideologia rivoluzionaria è ancora molto sentita, alimentata dalla povertà della regione, dalla criminalità organizzata e dalla corruzione della classe politica. Quel giorno gli studenti sono stati fermati dalla polizia, sulla strada per uscire da Iguala: alcuni di loro, dopo essere scesi dall’autobus e avere tentato di spostare le volanti con la forza, sono rimasti uccisi o feriti dagli spari dei poliziotti. Altri sono riusciti a scappare. Altri ancora, 43 per la precisione, sono stati arrestati: da allora di loro non si sa più nulla.
La prova del DNA e l’ipotesi del sequestro
Già da un paio di giorni circola la notizia – confermata dalle autorità dello stato di Guerrero – che i primi corpi esaminati tra quelli trovati in alcune fosse comuni a Iguala non sono degli studenti scomparsi. Le autorità devono comunque completare gli esami del DNA sui corpi ammassati nelle altre fosse comuni che sono state trovate nella zona. Per ora l’ipotesi più probabile è che effettivamente tra i corpi ritrovati ci siano anche quelli degli studenti scomparsi: questa possibilità sarebbe coerente anche con la testimonianza di due membri di gruppi criminali, che hanno confessato di avere ucciso 17 studenti che erano stati consegnati loro dalla polizia. Un’altra ipotesi, scrive El Pais, è che gli studenti siano stati consegnati ai narcotrafficanti e che si trovino in qualche posto nascosto nelle montagne di Guerrero: finora le ricerche sono state portate avanti dall’esercito, dalla marina, dalla polizia federale e statale e dai servizi di intelligence nazionali, senza però alcun risultato.
L’uccisione di Benjamin Mondragón
Martedì 15 ottobre la polizia messicana ha detto alla stampa che Benjamin Mondragón – leader del gruppo criminale “Guerreros Unidos”, accusato di essere coinvolto nella sparizione dei 43 studenti messicani – è morto durante una sparatoria in un quartiere di Cuernavaca, a sud di Città del Messico. Il Los Angeles Times ha scritto che Mondragón si è ucciso dopo essere stato circondato dalla polizia: il suo gruppo è specializzato nel trasporto della marijuana ed eroina verso Chicago. Mondragón era accusato di avere collaborato con la polizia locale di Iguala nel sequestro dei 43 studenti: la stampa internazionale ha scritto anche che diversi funzionari dell’amministrazione locale sarebbero ugualmente coinvolti nella vicenda. Il sindaco di Cocula, per esempio, è stato arrestato lunedì insieme a qualche decina di poliziotti, sospettati di avere legami con il gruppo “Guerroros Unidos”.
Gli episodi di sparizioni in Messico non sono così rari. Oggi nel paese ci sono oltre 13mila casi riconosciuti ufficialmente di persone scomparse: tra loro ci sono le circa 300 persone – tra cui anziani, donne, bambini – sequestrate in pieno giorno nel marzo 2011 dal gruppo criminale Los Zetas, nella città di Allende, stato di Coahuila. La vicenda degli studenti dell’università di Ayotzinapa è stata però ripresa molto dalla stampa internazionale e potrebbe creare diversi problemi anche al presidente Enrique Peña Nieto, che negli ultimi anni ha cercato di cambiare l’immagine del Messico. Nonostante le nuove politiche del governo, lo stato di Guerrero – dove sono spariti i 43 studenti – rimane comunque uno dei più pericolosi di tutto il paese.