I nuovi proprietari americani del Bologna
La storia della complicata trattativa che ha portato una delle squadre più note nel calcio italiano, da tempo in grandi difficoltà, a essere acquisita da un gruppo di imprenditori nordamericani
di Luca Misculin – @LMisculin
Nella serata di lunedì 13 ottobre il Bologna Football Club, la società della più importante squadra di calcio di Bologna, è stata acquisita dall’avvocato statunitense Joe Tacopina, al termine di una trattativa per la cessione della squadra che prosegue da mesi. Tacopina rappresenta una cordata di imprenditori statunitensi e canadesi, tra cui uno dei maggiori finanziatori è l’imprenditore Joey Saputo. Il presidente uscente è Albano Guaraldi, in carica dal 2011. È una lunga storia, piena di ribaltamenti e colpi di scena, che è stata molto seguita dai tifosi del Bologna e comprensibilmente anche dalla stampa sportiva nazionale.
Il Bologna è stato fondato nel 1909, nella sua storia ha vinto 7 scudetti – tutti fra il 1924 e il 1964 – e si trova attualmente in Serie B, dopo aver giocato in Serie A nelle ultime sette stagioni. Da tempo ha una situazione economica molto difficile: negli ultimi dieci anni ha cambiato sette presidenti, nessuno dei quali è riuscito a trovare una gestione economica e sportiva efficace. Da diversi mesi i tifosi si lamentavano del sostanziale disimpegno della cordata che possiede la società. La recente decisione di cedere la proprietà è stato solo l’ultimo di una serie di colpi di scena avvenuti negli ultimi tempi, che hanno coinvolto fra gli altri anche il sindaco di Bologna, un noto cantante italiano e il proprietario di un’azienda canadese che vende latticini.
Da capo
Da settimane i giornali locali raccontavano che il consiglio di amministrazione della squadra – fin qui di proprietà di una cordata con a capo l’imprenditore Albano Guaraldi – doveva decidere tra due opzioni: accettare l’offerta di ricapitalizzazione di Massimo Zanetti, il presidente di Segafredo che originariamente era il socio di maggioranza dell’attuale cordata e che è già stato presidente della squadra fra il 2010 e il 2011; oppure cedere la squadra alla cordata con a capo l’avvocato Tacopina, che ha fra i soci di maggioranza l’imprenditore canadese Joseph “Joey” Saputo. L’interesse di Tacopina – che già nel 2008 aveva tentato di comprare la squadra e fino a un mese fa era il vicepresidente della Roma – circolava già da alcune settimane. L’offerta di ricapitalizzazione di Zanetti, invece, è arrivata solo di recente, a fine settembre.
Zanetti – con l’aiuto, nelle fasi iniziali, dell’ex presidente di Unipol Giovanni Consorte – aveva già guidato la cordata che aveva acquistato il Bologna dopo la fallimentare gestione dell’imprenditore sardo Sergio Porcedda (che ebbe diversi problemi finanziari ed è tuttora sotto processo perché accusato di aver trasferito tre milioni di euro dal Bologna a una società da lui controllata, debito poi ripianato con il trasferimento di un albergo fra le proprietà del Bologna). Zanetti si era poi allontanato dalla società, salvo poi essere “richiamato” di recente dal resto dei soci del consiglio di amministrazione, allarmati dalla situazione economica del Bologna.
Proprio a fine settembre sembrava che l’ipotesi più fattibile fosse quella proposta da Zanetti, che si era impegnato a versare alla società 12-13 milioni di euro entro Natale (il Corriere di Bologna ha stimato che alla squadra, che ha definito «prossima al default», servono «tra i 16 e i 18 milioni per arrivare al 30 giugno 2015»). Il famoso cantautore italiano Gianni Morandi, presidente onorario della squadra, aveva definito Zanetti «l’interlocutore principale» con cui discutere il destino della società.
Zanetti, con la sua offerta di ricapitalizzazione, prometteva di mettere a posto la situazione economica della squadra senza però sbilanciarsi troppo su progetti e ambizioni futuri: un impegno “prudente” e circoscritto, insomma. Nella società nel frattempo era stato nuovamente introdotto Luca Baraldi, uomo molto vicino a Zanetti che il 26 settembre aveva avvertito: «questa gestione deve continuare a risanare e, fino all’approvazione del bilancio a fine anno, saremo osservatori attenti per tutelare gli interessi di Zanetti». Sabato 4 ottobre Zanetti – a quel punto considerato dalla stampa presidente in pectore della società – si era anche recato allo stadio per assistere alla partita di Serie B fra Bologna e Vicenza.
La mattina dell’8 ottobre, però, Tacopina e i suoi soci hanno presentato una nuova offerta, più alta delle precedenti: 6 milioni per acquisire il 99 per cento delle quote in possesso dei soci dell’attuale CDA (l’1 per cento rimarrebbe in mano a un’associazione di tifosi), un nuovo aumento di capitale di 12 milioni di euro – di cui 6 da versare subito per ripagare alcuni debiti – e la promessa di investire «decine e decine e decine di milioni di euro per mettere a posto lo stadio, per fare una grande squadra, per riportare lo scudetto», come già aveva detto Morandi alcune settimane prima. Il consiglio di amministrazione ha deciso di accettare l’offerta di Tacopina.
Tacopina e il suo gruppo di azionisti, dopo aver saputo della decisione del cda di accettare la propria offerta, avevano fatto sapere con un comunicato di essere «molto onorati di diventare i prossimi proprietari di questo storico club», facendo intuire di essere certi del buon esito della trattativa. Tacopina – che rappresenta anche la soluzione preferita dei tifosi – aveva aggiunto che avrebbe continuato a lavorare assieme al cda per «chiudere ufficialmente» la vendita entro il 15 ottobre, scadenza entro la quale il Bologna è tenuto a rimborsare una parte del suo debito: circa sei milioni di euro.
Ma chi è Tacopina?
Joseph Tacopina (soprannominato “Joe”) è un avvocato statunitense di origini italiane. Ha 48 anni, è sposato, ha cinque figli ed è membro fondatore dello studio di avvocati Tacopina Seigel & Turano, che ha sede a Manhattan e si occupa di «diritto penale, civile e processi finanziari». È uno degli avvocati più noti a New York e appare spesso come esperto legale in molte trasmissioni americane (ha collaborato con canali televisivi MSNBC, CNN, Fox News, e NBC). La biografia sul suo sito internet sottolinea che «Tacopina si è guadagnato dai media l’appellativo di “avvocato difensore nel diritto penale più fico” di New York». Il tabloid New York Post, in un’intervista del 2011, lo descriveva così: «Indossa un vestito a quadri e un orologio Panerai da 6.500 dollari. Ama il calcio italiano. Guida una Maserati. Possiede e conduce il suo yacht da 15 metri». Il suo sito personale riporta che Tacopina ha fornito l’ispirazione per un personaggio comparso nella serie televisiva americana di ambito legale The Guardian, andata in onda dal 2001 al 2004.
Tacopina, come ha raccontato un articolo di Carlo Bonini pubblicato da Repubblica il 3 luglio del 2008, all’epoca era già andato vicinissimo ad acquistare il Bologna – ne parlava come di un affare già concluso: più o meno come sta facendo negli ultimi tempi. Poi, nel 2011, fece parte della cordata americana che acquistò la Roma – il New York Times scrisse che aveva sviluppato «un’ossessione lunga una vita» per la Roma, a cui era andato vicino anche qualche anno prima – diventandone inoltre vicepresidente. Nei tre anni in cui rimase in carica Tacopina si è spesso fatto vedere allo stadio, e ha spiegato di sentirsi «prima un tifoso e poi il vicepresidente». Si è dimesso dal consiglio di amministrazione della Roma l’8 settembre 2014.
Dietro Tacopina
A fianco di Tacopina, che ha condotto personalmente le trattative con la vecchia proprietà e con il comune, c’è anche Joey Saputo, imprenditore canadese e proprietario della squadra di calcio canadese dei Montreal Impact, che il Corriere dei Bologna ha definito il «socio forte» della cordata nordamericana.
Saputo è canadese, ha 50 anni, ed è figlio di Emanuele Saputo, uno dei più ricchi imprenditori canadesi. Emanuele saputo nacque nel 1937 a Montelepre, in provincia di Palermo, e da adolescente emigrò a Montreal, in Canada. Nel 1954 suo padre, il nonno di Joey Saputo, aprì un negozio di latticini a Montreal: negli anni, il negozio si è espanso fino a diventare un’azienda che oggi ha 12 mila dipendenti e produce formaggi, prodotti a base di latticini e dolci. Nel 1993, a 29 anni, Joey Saputo – che nel frattempo era diventato presidente della Saputo – fondò la squadra di calcio dei Montreal Impact e costruì uno stadio da circa 20 mila posti, il “Saputo Stadium”. All’inizio la squadra giocava in una specie di Serie B della Major League Soccer (MLS), il principale campionato nordamericano di calcio. Nel 2012 la squadra è stata poi ammessa alla MLS (nella quale non esistono retrocessioni o promozioni: il posto nel campionato lo si compra).
Il primo grande acquisto in vista del nuovo torneo è stato l’ex attaccante della Nazionale italiana Marco di Vaio, allora 36enne: è il primo legame tracciabile fra Saputo e il Bologna. Di Vaio, cresciuto nelle giovanili della Lazio ed esploso alla fine degli anni Novanta nella Salernitana, dopo un’ottima carriera fra Parma, Juventus, Valencia e Monaco, ha passato gli ultimi anni in Italia nel Bologna, dove fra il 2008 e il 2012 – dopo alcune stagioni così così – fece un mucchio di gol: 56, nelle prime tre stagioni (Di Vaio ha recentemente detto che si ritirerà alla fine di questa stagione di MLS, ed è circolata la notizia che potrebbe avere un ruolo nella nuova proprietà del Bologna).
Negli anni successivi il Bologna ha reso più solidi i legami con la squadra di Saputo: nel novembre del 2012 i Montreal Impact hanno giocato una partita amichevole contro il Bologna, a Bologna, perdendo 1-0 con gol dell’attaccante Daniele Paponi. Pochi mesi dopo lo stesso Paponi e il centrocampista Andrea Pisanu sono stati mandati in prestito per alcuni mesi ai Montreal Impact (Paponi ha poi segnato 4 gol in 23 partite, Pisanu uno solo).
Cosa offrono Tacopina e Saputo
Prima ancora che il consiglio di amministrazione “richiamasse” Zanetti, Tacopina e Saputo avevano parlato con il sindaco di Bologna Virginio Merola per proporgli la ristrutturazione dello stadio Renato Dall’Ara – che ha 38mila posti ed è di proprietà comunale, come gran parte degli impianti italiani – e la costruzione di una nuova zona commerciale. Dopo l’incontro, Merola aveva spiegato che le proposte dei due «sono molto serie e noi abbiamo assicurato il nostro appoggio alle loro idee di ristrutturazione dello stadio». Oltre alla ristrutturazione dello stadio, i giornali locali – sulla linea di quanto detto da Morandi – riportarono che Tacopina e Saputo avevano inoltre promesso diversi milioni di euro per acquistare nuovi giocatori.
Lasciando da parte le garanzie dal punto di vista sportivo, sembra che nella decisione del cda abbia avuto una parte importante la proposta di acquistare la quasi totalità delle quote dei diversi soci del consiglio, che hanno così la possibilità di ottenere un ritorno economico immediato. Zanetti non aveva garantito questa possibilità e aveva dichiarato di essere disponibile – nell’immediato – soltanto a versare i soldi per ripianare i debiti della società (Zanetti, dopo che ha saputo che era stata accettata l’offerta di Tacopina, ha detto di aver provato «grande amarezza e forte disillusione» e di non volere più sapere nulla della squadra).
Venerdì il Corriere di Bologna ha pubblicato un lungo articolo raccontando il possibile organigramma della nuova società. Il Corriere spiega che «Tacopina sarà il presidente, mentre l’amministratore delegato dovrebbe essere Claudio Fenucci, in uscita dalla Roma», mentre per il ruolo di dirigente che si occuperà del calciomercato sono circolati i nomi di Pantaleo Corvino – uno dei più stimati dirigenti di calcio in Italia, noto soprattutto per il suo lavoro al Lecce e alla Fiorentina – Pasquale Sensibile e Giorgio Perinetti, ex dirigente di Napoli, Siena e Palermo.
Il Corriere racconta inoltre che nel consiglio di amministrazione, oltre a Saputo, ci sarà anche Nick De Santis – fino a pochi mesi fa direttore sportivo degli Impact – e Andrew Nestor, il proprietario dei Tampa Bay Rowdies, che giocano nell’equivalente della Serie B nordamericana. Il Bologna è tenuto a versare 6 milioni di euro entro mercoledì 15. Intanto, in un’intervista sull’edizione bolognese del Corriere dello Sport, Joey Saputo è apparso più prudente rispetto alle promesse accompagnate dalle «decine di milioni» citate da Morandi. Saputo ha detto che l’obiettivo è «tornare immediatamente in Serie A ma senza commettere sciocchezze ed eccessi» e che la società sarà attiva sul mercato di gennaio solo «se in ballo c’è la Serie A».
Nella prima foto, Joe Tacopina a Kansas City, Stati Uniti, il 17 ottobre 2011 (AP Photo/The Kansas City Star, Rich Sugg); seconda foto: uno striscione esposto dai tifosi del Bologna durante la partita contro il Cittadella, il 27 settembre scorso (Gianfilippo Oggioni/LaPresse); terza foto: Joe Tacopina (Mario Carlini/Iguana Press/Getty Images); quarta foto: Joey Saputo (Richard Wolowicz/Getty Images for MLS)