Il secondo caso di ebola negli Stati Uniti
Un'operatrice sanitaria è risultata positiva a un test preliminare in Texas, dove era stato ricoverato il paziente liberiano morto mercoledì scorso
Un’operatrice sanitaria è risultata positiva a un test preliminare del virus ebola in Texas, dopo aver avuto contatti con un malato di ebola proveniente dalla Liberia, ricoverato in un ospedale di Dallas e poi morto mercoledì scorso. Se il risultato del test preliminare sarà confermato, come le autorità sanitarie ritengono probabile, si tratterà del secondo caso di ebola negli Stati Uniti e il primo caso di contagio avvenuto all’interno del paese. Daniel Varga, direttore clinico della compagnia che gestisce l’ospedale di Dallas in cui è stato ricoverato Thomas Duncan (il paziente morto nei giorni scorsi), ha detto che l’operatrice sanitaria è venuta in contatto con il paziente durante la seconda visita di Duncan al pronto soccorso: in quell’occasione l’operatrice sanitaria indossava maschera, guanti e attrezzatura di protezione, seguendo “pienamente” i protocolli medici. «Siamo molto preoccupati», ha detto Varga rispondendo alle domande riguardo come sia stato possibile per l’operatrice contrarre il virus.
Il dottor Tom Frieden, responsabile dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC), ha invece detto in una conferenza che la contrazione del virus è avvenuta in seguito a una “chiara violazione dei protocolli di sicurezza” durante la cura del paziente Thomas Duncan, morto mercoledì scorso. L’operatrice sanitaria ha detto di non essere in grado di individuare una violazione del protocollo nelle procedure da lei seguite. Frieden ha comunque annunciato che il CDC avvierà un’indagine per chiarire quali siano state esattamente le misure prese dall’ospedale per curare Thomas Duncan, e a quali rischi siano stati eventualmente esposti gli operatori sanitari.
L’annuncio del secondo caso di ebola è stato dato dal dottor David Lakey, commissario del Dipartimento dei Servizi sanitari di stato del Texas. «Sapevamo che un secondo caso era un’eventualità, e ci eravamo preparati per questo», ha detto Lakey, che non ha rivelato il nome dell’operatrice sanitaria. L’operatrice sanitaria che ha contratto la malattia – una dipendente del Texas Health Presbyterian Hospital – aveva febbre bassa venerdì sera ed era stata subito isolata, prima di procedere al test per rilevare la presenza del virus, che è stato effettuato in un laboratorio a Austin. Le autorità sanitarie hanno detto che la stanno interrogando per cercare di scoprire se ha avuto contatti con qualcuno dopo la manifestazione dei primi sintomi, e hanno aggiunto che le persone che hanno avuto contatti con lei saranno eventualmente monitorate in base al tipo di contatti avuti e in considerazione della possibile esposizione al virus.
Thomas Eric Duncan, il paziente ricoverato al suo arrivo dalla Liberia, il suo paese di nascita, dopo che gli era stata diagnosticata la malattia, era morto nelle prime ore di mercoledì mattina. Era risultato positivo al test a Dallas il 30 settembre, dieci giorni dopo il suo arrivo da Monrovia, passando per Bruxelles. Quindi era stato trasportato e messo in isolamento al Texas Health Presbyterian Hospital di Dallas (dove era poi stato ricoverato anche un uomo di Frisco, vicino Dallas, che mostrava alcuni sintomi della malattia). L’operatrice sanitaria risultata positiva al test per ebola lavorava al Texas Health Presbyterian Hospital.
Il caso di Duncan era seguito in tutto il mondo da diversi giorni perché era la prima volta che il virus ebola era stato diagnosticato fuori dall’Africa, dove l’epidemia ha già causato la morte di più di 4 mila persone (pochi giorni dopo, un’infermiera spagnola è stato il primo caso di contagio avvenuto fuori dall’Africa).
Un poliziotto all’esterno della casa dell’operatrice sanitaria positiva al test per ebola, a Dallas: le autorità sanitarie hanno disposto che la casa venisse ispezionata.
(AP Photo/LM Otero)