Merola, Alfano, il matrimonio gay e la «stupida circolare»
Il sindaco di Bologna ha risposto al ministro Alfano, che questa mattina ha definito "contrari alla legge italiana" i riconoscimenti dei matrimoni gay contratti all'estero
Dopo la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di non accettare i ricorsi presentati da alcuni stati contro i matrimoni gay, si è tornati a discutere della questione anche in Italia. Intervistato martedì mattina dalla radio RTL 102.5, il ministro degli Interni Angelino Alfano ha risposto a una domanda sul riconoscimento in Italia di matrimoni gay contratti all’estero, che a Bologna è garantito da un apposito registro comunale istituito lo scorso settembre per decisione del sindaco Virginio Merola. Alfano ha sostenuto che registri come quello di Bologna siano contrari alla legge italiana, per cui l’unico matrimonio valido è quello tra uomo e donna, e ha detto che avrebbe inviato una circolare a tutti i prefetti affinché la situazione venga chiarita e i registri annullati.
Rispondendo alle dichiarazioni del ministro e spiegando di non voler obbedire alla richiesta del ministro, il sindaco di Bologna Virginio Merola ha detto:
«Non posso accettare che lo Stato nazionalizzi in senso discriminatorio i diritti civili. Non si può rispondere con circolari a questioni che riguardano la vita concreta di tante persone: non è solo burocratico, è tragicomico. Quali motivi di ordine pubblico c’è per questa circolare? Nessuno. Sono sindaco di una città aperta e accogliente quindi non posso dare sfratto ai sentimenti. Leggeremo la loro stupida circolare, annulleranno l’atto, non sarò certamente io a farlo e si assumeranno le loro responsabilità»