Cinque semplici ragioni per farsi un selfie
Dopo tanto parlarne e scriverne, un economista comportamentale le ha messe in ordine sul Wall Street Journal: c'entra anche il venir male nelle foto, finalmente
Ormai è da più di un anno che la parola selfie è di uso comune – e di abuso comune, soprattutto sui media –, e ancora più diffuso è l’atto in sè del farsi fotografie con gli smartphone. Nel corso di questi mesi si è parlato molto della pratica dell’autoscatto con il telefono e di come ci cambia, c’è chi ne ha sottolineato gli aspetti narcisistici e deteriori e chi invece l’ha molto difesa. Dopo tante riflessioni, discussioni, analisi, l’economista comportamentale Dan Ariely ha ridotto all’osso sul Wall Street Journal le ragioni psicologiche del dilagare della pratica.
1. Il selfie ci serve a fermare l’attimo
Il primo motivo che ci spinge a farci un selfie è il desiderio di fissare il momento che stiamo vivendo, sia per noi stessi – per ricordarlo in futuro –, sia per condividerlo con gli altri.
2. Non vogliamo smettere di essere coinvolti
Se smettiamo di fare quello che stiamo facendo e chiediamo a uno sconosciuto di farci una foto, dal punto di vista emotivo ci distacchiamo dal momento, stiamo fermi sorridendo artificialmente, e fatta la foto, torniamo alle attività e alle emozioni precedenti all’interruzione. Un selfie risolve questo problema perché è dentro il momento.
3. Condividiamo l’esperienza del momento
Un selfie è infatti parte del momento che stiamo vivendo e può addirittura intensificarlo, portandoci a stare uno vicino all’altro e a guardare noi stessi nello schermo, in una sorta di celebrazione dell’esperienza condivisa.
4. Non ci preoccupiamo troppo del nostro aspetto
Un altro aspetto interessante dei selfie è che ci aspettiamo che la foto che ne risulta sia un po’ goffa, e non di studiata qualità. Anche quelli di noi che si preoccupano sempre di come vengono nelle foto, non se ne curano: con i selfie vengono tutti male.
5. Lo fanno tutti, “il selfie”
C’è una correlazione tra il linguaggio e il fare delle scelte, ed è per questo che il fatto che questa attività abbia un nome è così importante. Una volta che il gesto di stringersi insieme, guardare il nostro telefono da un angolatura scomoda e fare una foto ha avuto un nome, selfie, è diventato una cosa ed è diventato socialmente accettabile e motivato da se stesso.