Tra i nomadi della Mongolia
Le foto stupende di Brian Hodges, di uomini, animali e televisori in viaggio
Guidato da quella che lui stesso definisce una “curiosità insaziabile”, il fotografo statunitense Brian Hodges ha viaggiato moltissimo e raccontato col suo lavoro la vita delle persone in decine di luoghi poco conosciuti del mondo. Tra i tanti progetti Hodges ha documentato la vita tradizionale delle comunità di pastori nomadi della Mongolia, che nel corso dei secoli si sono adattati alle esigenze dei loro animali seguendoli nelle migrazioni stagionali, piuttosto che modificare le proprie abitudini.
La popolazione della Mongolia ha sempre vissuto una vita nomade, seguendo precisi itinerari che tengono conto della presenza di pascoli e acqua: ancora oggi i pastori sono circa un terzo della popolazione totale, mentre gli animali allevati sono oltre 25 milioni, la concentrazione di animali da allevamento più alta del pianeta.
Le fotografie di Hodges mostrano la vita quotidiana di queste comunità: gli animali liberi di pascolare; gli spostamenti da un luogo all’altro, con le persone costrette a portare con sé ogni volta tutti gli oggetti accumulati in una vita (tra cui pannelli solari, biciclette, televisori); il tempo libero degli uomini, fatto di partite di polo e wrestling, canti e bevute, e infine le loro abitazioni, le yurte (in mongolo “gher”), tende a struttura cilindrica concepite per poter seguire lo spostamento delle greggi, che Hodges descrive così: “C’è una tranquillità intrinseca nel vivere in una stanza rotonda: nessuno spazio è sprecato”.
La serie completa di queste fotografie, che si può vedere sul sito di Hodges insieme a tanti altri suoi progetti, sarà presto raccolta in un libro dal titolo Gypset Living.