La NFL ha vietato l’uso di cuffie non Bose
Nelle interviste televisive prima e dopo le partite i giocatori non potranno indossare cuffie di altre marche: Beats se l'è presa parecchio
Nei giorni scorsi il sito di news Re/code ha riferito di un recente divieto imposto dalla National Football League (NFL) – la lega professionistica di football americano più famosa al mondo – in base al quale giocatori e allenatori delle squadre di football non potranno indossare, durante le interviste televisive, cuffie, auricolari o altri oggetti di questo genere a meno che non siano di marche sponsor della NFL: tra queste c’è Bose, l’azienda statunitense produttrice di apparecchi audio, ma non Beats Electronics, l’azienda produttrice delle popolari cuffie Beats. Questa restrizione avrà effetto immediato e vale per tutti i giorni delle partite, di campionato e di precampionato, e fino a 90 minuti oltre la fine di ciascuna partita.
Il divieto della NFL è stato molto ripreso dai media statunitensi considerando la forte rivalità commerciale tra Beats e altre marche di dispositivi per l’ascolto della musica. Parecchi giocatori di football americani vengono visti in televisione, prima e dopo le partite, indossare regolarmente cuffie Beats, che negli ultimi anni hanno ottenuto un successo commerciale e una diffusione notevoli anche in ambito sportivo (molti dei giocatori più famosi hanno contratti individuali con Beats).
Successivamente all’annuncio della NFL, un portavoce di Beats Electronics – recentemente acquisita da Apple, per 3 miliardi di dollari – ha contestato il divieto dicendo che negli ultimi anni “gli atleti hanno iscritto le Beats nel proprio DNA come parte del loro rituale prima delle partite”, e ha aggiunto che la musica “può avere significativi effetti positivi sulla concentrazione” dei giocatori e che “è diventata importante come qualsiasi altro apparecchio”. La NFL aveva comunque ribadito che il divieto segue policy risalenti ai primi anni Novanta e che non è stato dettato da Bose, il cui accordo con NFL risale allo scorso settembre (ha sostituito Motorola, che da tredici anni era sponsor dei dispositivi utilizzati dagli addetti). Un portavoce ha anche aggiunto che i giocatori potranno comunque utilizzare apparecchi di altri produttori, purché ne coprano il nome.
Accordi di questo genere tra grandi leghe o organi sportivi e aziende commerciali non sono rari: durante il Mondiale in Brasile nell’estate scorsa anche la FIFA – in quel caso in virtù di un accordo con Sony – vietò ai calciatori di indossare le cuffie Beats durante la trasmissione delle partite (e molti di quei giocatori promuovevano Beats). Per il pubblico americano, in termini di possibili ricadute sulle vendite, il divieto imposto dalla NFL potrebbe essere più rilevante, considerando il maggiore seguito di cui gode il football rispetto al calcio negli Stati Uniti. Molti commentatori concordano nel ritenere che questa politica aggressiva delle concorrenti di Beats sia principalmente motivata dal tentativo di contrastare il grande dominio delle cuffie Beats nel mercato statunitense: circa il 61 per cento delle cuffie di fascia alta (dai 100 dollari a salire) vendute negli Stati Uniti sono Beats.
Johnny Manziel, quarterback dei Cleveland Browns
(AP Photo/Aaron M. Sprecher)