Il trattamento Stamina bocciato, di nuovo
La commissione nominata dal ministero della Salute ha espresso parere negativo sul controverso trattamento: la sperimentazione non si farà
Il nuovo comitato incaricato dal ministero della Salute di valutare il trattamento Stamina ha annunciato che “non ci sono i presupposti per una sperimentazione”, bocciando di fatto il controverso sistema che secondo i suoi ideatori sarebbe a base di cellule staminali e in grado di curare malattie gravi e invalidanti per le quali non esistono cure. Contro il trattamento, ritenuto inutile e in alcuni casi dannoso, nei mesi scorsi si erano espressi scienziati, riviste scientifiche e la prima commissione nominata dal ministero della Salute proprio per valutare il sistema. Il pronunciamento del primo comitato era però stato messo in discussione dal TAR del Lazio, e di conseguenza il ministero aveva dovuto provvedere a nuove nomine e alla costituzione di una nuova commissione.
L’attuale comitato che ha bocciato Stamina è coordinato dall’ematologo Michele Baccarani e tra i suoi membri conta medici ed esperti di staminali da diverse parti del mondo. Il giudizio negativo è stato votato all’unanimità da tutti i componenti della commissione. Il documento in cui si motiva la bocciatura è stato consegnato giovedì sera al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha in seguito confermato che non sarà quindi avviata alcuna sperimentazione per il trattamento Stamina e ha parlato di “verdetto senza possibilità di appello”.
Il comitato ha impiegato circa sei mesi di tempo per analizzare l’enorme quantità di documenti prodotta in questi anni, tra cartelle cliniche, indagini del Comando carabinieri per la tutela della salute (NAS), dichiarazioni di istituzioni sanitarie e organismi di controllo. Il trattamento Stamina era stato duramente criticato anche da diverse riviste scientifiche, con editoriali molto severi nei confronti di come era stato gestito il caso da parte del Parlamento e del ministero della Salute, quando era ministro Renato Balduzzi.
La decisione del comitato era molto attesa perché negli ultimi mesi, nonostante l’inconsistenza scientifica del trattamento denunciata da numerosi scienziati, compresa la staminologa e senatrice a vita Elena Cattaneo, alcuni tribunali hanno comunque emesso ordinanze con le quali è stata disposta la somministrazione delle infusioni Stamina ad alcuni pazienti, in alcuni casi bambini. I medici degli Spedali Civili di Brescia, per esempio, attendevano di sapere il pronunciamento del comitato prima di riprendere le infusioni disposte dalla magistratura. La struttura sanitaria è al centro della vicenda Stamina, perché ospitò il laboratorio principale dell’organizzazione fondata da Davide Vannoni.
Vannoni è stato rinviato a giudizio per la vicenda Stamina dalla procura di Torino. Intorno alle attività della fondazione ci sono accuse di truffa e associazione a delinquere, sulle quali deve ancora esprimersi la magistratura.