Le più forti calciatrici del mondo contro la FIFA
Hanno fatto causa per discriminazione perché i Mondiali del 2015 in Canada si giocheranno solo su campi in erba sintetica: "con gli uomini non lo fareste mai"
Aggiornamento del 22 gennaio: le calciatrici hanno ritirato la causa nei confronti della FIFA, che contestava l’utilizzo di campi sintetici al posto di quelli in erba naturale per i prossimi Mondiali. Secondo quanto riferito da Equalizer, un sito che si occupa di calcio femminile, il tribunale di Toronto che si occupava del caso ha rifiutato la richiesta di procedere con rito abbreviato, fatto necessario ad ottenere una decisione prima dell’inizio del torneo (che si tiene in Canada a partire dal 6 giugno). I Mondiali saranno quindi giocati su campi in superficie sintetica.
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Alcune tra le calciatrici più forti del mondo hanno fatto causa alla FIFA – l’organo di governo del calcio mondiale – e alla Canadian Soccer Association (CSA) contro la decisione di far giocare su campi di erba sintetica i Mondiali di calcio femminili che si terranno in Canada la prossima estate. Secondo Hampton Dellinger, l’avvocato che rappresenta le calciatrici, la decisione di FIFA e CSA viola alcune leggi canadesi, tra cui quella sulla discriminazione di genere: i Mondiali maschili di calcio in Brasile si sono giocati su campi in erba naturale, ha detto Dellinger, su cui è meno probabile infortunarsi e su cui si gioca diversamente.
L’azione legale è stata avviata in un tribunale di Toronto (nella provincia dell’Ontario in Canada), che si occupa di diritti umani. Le giocatrici sostengono che la decisione di FIFA e CSA violi in particolare la Sezione 1 del Codice per i diritti umani dell’Ontario, che dice che «tutte le persone hanno diritto a ricevere un eguale trattamento rispetto ai servizi, beni e infrastrutture, senza discriminazioni». Giocare su campi di erba artificiale, si legge nel documento presentato al tribunale, è una violazione del Codice per tre ragioni: cambia il modo in cui la partita è giocata; aumenta il rischio di infortuni per le calciatrici; impone di giocare su una superficie di “seconda classe”.
Le calciatrici che hanno fatto causa a FIFA e CSA sono circa una quarantina e provengono da oltre dieci paesi del mondo: ci sono per esempio l’americana Abby Wambach e la tedesca Nadine Angerer, nominate “Giocatrice Mondiale dell’Anno FIFA” rispettivamente nel 2012 e 2013. Ci sono anche calciatrici provenienti da tutte le squadre favorite per la vittoria del prossimo Mondiale, ma nessuna giocatrice della Nazionale canadese. Le proteste contro la decisione di giocare le partite sui campi in erba artificiale vanno avanti da luglio, ma finora le calciatrici avevano cercato di trovare un accordo con la FIFA. La scadenza per l’inizio del confronto doveva essere il 26 settembre, ma la FIFA non aveva risposto. Ora, scrive il New York Times, sembra che una soluzione negoziata non sia più possibile.
La FIFA ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di cambiare la sua posizione. Tatjana Haenni, responsabile della FIFA per le competizioni femminili, ha detto: «Giochiamo sull’erba artificiale, e non c’è alcun Piano B». Abby Wambach, la giocatrice più forte della Nazionale americana, ha detto al sito americano ThinkProgress: «Dobbiamo combattere questa battaglia per questi Mondiali e per quelli che si terranno in futuro. Dobbiamo assicurarci che la FIFA capisca che così non va bene. E loro sanno che così non va bene. Non deciderebbero mai una cosa del genere per gli uomini». Sembra improbabile che le calciatrici decidano di boicottare i Mondiali in Canada, anche nel caso in cui non venissero accolte le loro richieste: i Mondiali sono un’occasione praticamente unica per il calcio femminile, che malgrado la discreta attenzione negli Stati Uniti per il resto del tempo è seguito da un pubblico molto ridotto.
Abby Wambach, calciatrice della Nazionale statunitense, durante il riscaldamento della partita Stati Uniti-Brasile giocata il 10 novembre 2013 a Orlando, Florida. (Brian Blanco/Getty Images)