I soccorsi sul vulcano Ontake
Le ricerche proseguono, complicate da altre nuove eruzioni: intanto i corpi recuperati sono 36
Lungo le pendici del vulcano Ontake, in Giappone, sono stati ritrovati i corpi di altre cinque persone, escursionisti che si trovavano sulla montagna al momento dell’eruzione del vulcano sabato scorso: si ritiene che le persone morte siano a questo punto almeno 36, sebbene non siano ancora state diffuse notizie esaustive riguardo eventuali superstiti tra le 31 persone già ritrovate ieri “in arresto cardio-respiratorio” (in Giappone, ricorda il Washington Post, le persone non possono essere dichiarate morte dalle autorità finché un medico non ne esamina i corpi, e finora soltanto 12 escursionisti sono stati dichiarati ufficialmente morti).
Le operazioni di soccorso e di ricerca – in cui sono attualmente impiegate più di 350 persone – sono ancora in corso ma rese più difficoltose dalle eruzioni di cenere e di gas di solfuro di idrogeno che proseguono nell’area del vulcano. Alcuni corpi sono stati trasportati a valle in elicottero, mentre altri si trovano ancora lungo il vulcano. Si ritiene che al momento dell’eruzione fossero presenti tra 200 e 250 escursionisti (il Monte Ontake è meta di pellegrinaggio). Non sono ancora chiare le cause della morte degli escursionisti, se sia sopraggiunta per soffocamento causato dalle ceneri e dai gas, o per lesioni causate dall’impatto con detriti e rocce lanciate dall’eruzione.
Il Giappone è uno dei paesi più attivi del mondo dal punto di vista sismico: nonostante questo, l’ultimo episodio di eruzione vulcanica nel paese ad aver provocato dei morti risale al 1991, quando 43 persone rimasero uccise sul Monte Unzen, nel sud-ovest del Giappone.