Immagini da una redazione
Un fotografo ha avuto accesso per 5 anni alla redazione e alla stamperia di un giornale in crisi: fotografie tristi ma belle
Will Steacy, un fotografo e scrittore americano di 34 anni, negli ultimi cinque anni ha avuto accesso alla redazione e alla stamperia del Philadelphia Inquirer, il quotidiano più diffuso dell’area metropolitana di Philadelphia, negli Stati Uniti: ne ha ricavato una serie di fotografie che ha raccolto nel progetto Deadline (cioè “scadenza”, “termine”: in gergo giornalistico, il termine ultimo per consegnare un articolo), che sul proprio sito racconta come un tentativo di spiegare «le sfide e la dura realtà che l’industria dei giornali affronta al giorno d’oggi». Le foto di Steacy mostrano soprattutto scrivanie piene di fogli spiegazzati e oggetti presenti in redazione – una caraffa di caffè, un piccolo quadro – ma anche qualche faccia sconsolata dei giornalisti del quotidiano, stanze semivuote e l’insegna scrostata del giornale.
(La fine dei quotidiani di carta)
Il Philadelphia Inquirer è stato fondato nel 1829. Negli ultimi decenni ha avuto diversi problemi di vendita del giornale e di calo degli investimenti pubblicitari (come tutto il settore: negli ultimi dieci anni i ricavi pubblicitari della carta sono diminuiti del 65 per cento) e nel 2010 finì anche in bancarotta. Steacy, in un’intervista al magazine feature shoot ha spiegato che è stato ispirato dal fatto che «la transizione in una economia dell’informazione del futuro basata sulla tecnologia ha tagliato lavori per persone mediamente qualificate (cioè stipendi per la classe media), aumentato la produttività eppure ridotto la forza lavoro: c’è stato un importante costo umano per la convenienza e la democratizzazione dell’informazione che la tecnologia ci ha permesso di avere».