Brutte storie sulle file per gli iPhone
Un video mostra che molte persone – tra cui diversi anziani – non erano in coda a titolo personale, ma per rivendere i prodotti con qualche margine di guadagno
Giovedì 18 settembre, in prossimità della messa in vendita dei nuovi iPhone presentati da Apple lo scorso 9 settembre, il filmaker newyorkese Casey Neistat è andato in giro per alcuni Apple Store di New York e ha girato un video sulla notevole attesa affrontata da alcune persone, rimaste in fila anche per più di un giorno di fronte ai negozi: video che sono ormai una specie di genere, nel racconto di Apple e dei suoi dispositivi. Nel video di Neistat – che ha ottenuto quasi due milioni di visualizzazioni in 48 ore – si vedono però molte persone che non ci si aspetterebbe di trovare in fila: un numero altissimo di persone di origine cinese, per esempio tra cui alcuni anziani e intere famiglie. A un certo punto del video si vede una persona in fila dormire all’interno di un sacco dell’immondizia, altre su file di cartoni distesi per terra.
Osservando le scene alla fine del filmato, che mostrano alcuni acquirenti di iPhone allontanarsi per cedere i prodotti ad altre persone, sempre di origine cinese, diversi commentatori hanno concluso che molte di quelle persone fossero in fila per comprare gli iPhone – almeno due, pagando sempre in contanti – non a titolo personale ma come “mediatori”, per poi rivenderli a prezzo maggiore ricavandone un qualche guadagno.
Scene del genere si erano viste anche in passato, ma in molti ritengono che la situazione stavolta possa esser stata aggravata dal fatto che non è ancora stato reso noto quando saranno aperte le vendite di iPhone 6 in Cina. Stando ai racconti delle volte precedenti, scrive il sito Re/code, le persone che riacquistano gli iPhone dalle persone che hanno fatto la fila spediscono poi a loro volta questi prodotti in Cina, ottenendo ampi guadagni e alimentando il mercato nero. All’esterno di alcuni negozi di articoli tecnologici a Pechino, scrive il Washington Post, ci sono persone che propongono ai passanti l’acquisto di iPhone 6 – ancora irreperibile legalmente in Cina – a un prezzo fino a dieci volte maggiore rispetto al prezzo con cui viene venduto negli Stati Uniti.