In Nuova Zelanda ha vinto il National Party
Alle elezioni parlamentari il partito di John Key, attuale primo ministro, ha ottenuto abbastanza voti da poter formare un governo senza allearsi con nessuno
Il National Party del primo ministro John Key ha vinto le elezioni parlamentari in Nuova Zelanda ottenendo il 48 per cento dei voti. David Cunliffe, leader del partito laburista e principale avversario di Key, ha riconosciuto la sconfitta. Grazie ai voti ottenuti, Key potrà formare un governo soltanto con i parlamentari del National Party, forza politica di centro-destra attualmente al governo: è la prima volta che succede dal 1996, quando il parlamento neozelandese approvò una legge fortemente proporzionale. Prima del voto diversi analisti avevano scritto che Key avrebbe potuto doversi alleare con New Zealand First (che ha ottenuto poco meno del 9 per cento dei voti), un partito considerato “populista”.
Il Partito laburista è arrivato secondo ottenendo il 24,7 per cento dei voti, seguito dai Verdi, che hanno ottenuto il 10 per cento dei voti. Il Partito Maori, uno dei principali partiti che rappresentano i maori (gli abitanti indigeni della Nuova Zelanda), ha ottenuto due seggi in parlamento. Il partito Internet Mana, un’alleanza formata da un altro partito che rappresenta i maori e dal partito creato da Kim Dotcom, il fondatore di Megavideo e Magaupload (e ora proprietario di Mega), non è riuscito ad ottenere nemmeno un seggio (qui ci sono tutti i dettagli dei risultati).
I risultati delle elezioni hanno confermato il largo vantaggio di cui ha goduto Key per quasi tutta la campagna elettorale. Nelle ultime settimane le sue possibilità di vittoria erano diminuite a causa del cosiddetto scandalo “Olio di balena”, una vicenda che riguarda i rapporti ambigui che hanno avuto alcuni membri dello staff di Key nei confronti di Cameron Slate, un famoso blogger conservatore. Secondo il giornalista Nicky Hager, che ha pubblicato un libro d’inchiesta (“Dirty politics”, cioè “Politica sporca”), lo staff del primo ministro fornì a Slater informazioni riservate per pubblicare attacchi politici contro i suoi avversari.