8 foto wow dell’eruzione del Bardarbunga
Questo è quello che si vede sorvolando il vulcano islandese, circondato da un grande ghiacciaio, che continua a emettere lava
Dallo scorso agosto, il vulcano islandese Bardarbunga – che si trova sotto al Vatnajökull, la più grande cappa di ghiaccio d’Europa per volume – ha ripreso in modo sostenuto la propria attività vulcanica, con l’emissione di lava e alte colonne di fumo da un cratere che si è aperto a nord. La zona è tenuta costantemente sotto controllo da parte delle autorità islandesi, con strumentazioni che nelle ultime settimane hanno registrato centinaia di eventi sismici di bassa e media intensità. A fine agosto è stato temporaneamente alzato il livello di allerta per quanto riguarda la sicurezza dei voli, ma non ci sono stati particolari problemi per l’aviazione civile.
Il 14 settembre scorso, il fotografo Bernard Meric dell’agenzia di stampa internazionale AFP ha sorvolato l’area del Bardarbunga, scattando alcune fotografie spettacolari del cratere e della lava che ha raggiunto alcuni punti marginali del ghiacciaio.
Il Bardarbunga è uno stratovulcano subglaciale: si è cioè formato in seguito alla sovrapposizione di diversi strati di lava solidificata e ceneri in seguito alle precedenti eruzioni e si trova al di sotto di uno spesso strato di ghiaccio. Quando si verificano eruzioni da uno dei suoi crateri, il calore della lava fonde il ghiaccio sovrastante e l’acqua gelata raffredda rapidamente la lava, formando dei blocchi rotondeggianti, che ricordano i cuscini. Il Bardarbunga è alto 2mila metri ed è parte di uno dei sistemi vulcanici più ampi dell’Islanda, con una lunghezza di circa 200 chilometri per quasi 30 chilometri di larghezza.
Dal monitoraggio del vulcano e dal suo studio negli ultimi decenni, i geologi hanno scoperto che il Bardarbunga nel 1477 produsse un’eruzione molto potente, con indice di esplosività vulcanica pari a 6 (la scala va da 1 a 9). Si stima che il vulcano produca grandi eruzioni ogni 250-600 anni. A partire da metà degli anni Novanta è stata rilevata una consistente ripresa della sua attività, ma per ora non ci sono indicazioni di un’evoluzione verso eruzioni più forti e sostenute.