Un cittadino americano è stato condannato a sei anni di lavori forzati in Corea del Nord
Si chiama Matthew Miller ed era stato arrestato lo scorso aprile per avere violato le leggi nordcoreane sul turismo
Domenica 14 settembre, Matthew Miller, un cittadino americano detenuto in Corea del Nord dallo scorso aprile, è stato condannato a sei anni di lavori forzati. Miller è accusato di aver violato le leggi sul turismo della Corea del Nord. Secondo le accuse, dopo essere entrato nel paese ha strappato il suo visto e chiesto asilo politico. Il processo, come quasi sempre accade in Corea del Nord, è stato poco più di una formalità. Miller è stato costretto in precedenza a firmare una confessione della sua colpevolezza e durante il processo ha potuto soltanto appellarsi alla clemenza della corte.
Miller è un 24enne di Bakersfield, in California. All’inizio di settembre è stato intervistato da CNN ed è apparso molto nervoso. «La mia situazione è molto grave, sarò mandato direttamente in prigione», ha detto Miller. Miller non ha spiegato il motivo per cui ha chiesto asilo ad aprile scorso: ha detto di averne già discusso col governo nordcoreano e che ora non è una questione rilevante (gli argomenti dell’intervista sono stati concordati con le autorità nordcoreane). Insieme a Miller, sono stati intervistati anche altri due cittadini americani attualmente detenuti in Corea del Nord.
Jeffrey Fowle, 56 anni originario di Miamisburg, in Ohio, è stato arrestato lo scorso maggio con l’accusa di aver lasciato una Bibbia in un bagno di un locale a Chongjin, nel nord est del paese. Fare propaganda al Cristianesimo è considerato un reato in Corea del Nord. Fowle è in attesa di processo e ha detto che attualmente viene trattato abbastanza bene: «Spero e prego che continui così, per tutto il tempo in cui sarò qui, che siano altri due giorni o altri due decenni». Il terzo americano, Kenneth Bae, è già stato condannato a 15 anni di carcere ed ora è costretto a lavorare otto ore al giorno, sei giorni a settimana. Bae, una guida turistica e un missionario, è stato condannato per aver “complottato contro il governo”.
Il governo della Corea del Nord ha probabilmente permesso l’intervista di CNN per cercare di ottenere l’attenzione dell’amministrazione americana. La strategia del presidente Barack Obama nei confronti del paese è stata definita “pazienza strategica” e consiste, sostanzialmente, nell’ignorare per quanto possibile il regime nordcoreano. Mostrando i cittadini americani e condannandoli ad alte pene detentive il governo della Corea del Nord spera probabilmente di ottenere l’invio nel paese di una delegazione americana per trattare il loro rilascio.
Come ha raccontato il Guardian, in passato è accaduto spesso che ex-presidenti come Bill Clinton e Jimmy Carter si siano recati nel paese per ottenere il rilascio di cittadini americani prigionieri. Il regime nordcoreano utilizza queste visite come strumento di politica interna, per mostrare la sua forza e la sua capacità di costringere gli Stati Uniti a trattare. A quanto pare, l’amministrazione americana ha deciso di non perseguire più questa tattica e ha più volte proposto di inviare in Corea del Nord Robert King, delegato per i diritti umani nel paese. Probabilmente, però, per i nordcoreani non si tratta di un funzionario abbastanza importante e le sue visite sono sempre state cancellate.