La fecondazione eterologa in Lombardia
Non sarà gratuita o oggetto di un ticket come in altre regioni (e come previsto dalla Conferenza delle Regioni), ma ci sarà una "tariffa": si parla di circa tremila euro
La Giunta regionale della Lombardia ha approvato alcuni provvedimenti per regolare l’accesso alla fecondazione eterologa negli ospedali della propria regione. La fecondazione eterologa – processo che prevede che una coppia possa utilizzare un seme o un ovulo di un soggetto esterno – era stata vietata dalla nota legge 40 del 2004, dichiarata però incostituzionale dalla Corte Costituzionale nell’aprile del 2014. Il fatto notevole è che le decisioni della Giunta della Lombardia – di centrodestra, il cui presidente è Roberto Maroni della Lega Nord – non rispettano le linee guida della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che si è riunita all’inizio di settembre per cercare di concordare delle leggi regionali simili in materia (a livello nazionale se ne occuperà il Parlamento, cosa che allungherà i tempi).
Secondo quanto concordato dalla Conferenza delle Regioni, infatti, la fecondazione eterologa deve essere «gratuita o sottoposta al pagamento di un ticket, dunque inserita nei Livelli essenziali di assistenza»: anche il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin aveva detto di condividere le linee guida e l’introduzione di un ticket. In Lombardia, invece, sarà oggetto di una “tariffa” che secondo molti quotidiani potrebbe arrivare anche a tremila euro, scoraggiando molte coppie a richiedere la pratica: l’assessore alla Salute Mario Mantovani ha detto che i costi saranno «molto variabili» e che saranno decisi con una delibera successiva. Ad ogni modo resteranno a carico della coppia, a differenza di quanto avviene in Emilia Romagna (dove è praticamente gratuita: si paga solo per alcuni esami preliminari) e Toscana (nella quale si paga un ticket da 500 euro). L’ex presidente della Lombardia Roberto Formigoni ha commentato su Twitter spiegando che «almeno in Lombardia il pensiero unico laicista non passa. Le norme sull’eterologa difendono i bambini e la famiglia».
La giunta regionale della Lombardia ha approvato una prima delibera per autorizzare la fecondazione assistita eterologa. A illustrare le linee guida è stato il vicepresidente e assessore alla Salute, Mario Mantovani. A differenza di quanto stabilito da Regioni come la Toscana, l’eterologa in Lombardia sarà a carico degli assistiti. Le tariffe saranno però stabilite con una successiva delibera (al momento si parla di 3mila euro): potrà essere richiesta solo in caso di infertilità o di sterilità assoluta e irreversibile. A vincere è stata così la linea restrittiva imposta dagli uomini di Angelino Alfano, sostenuti dall’area cattolica della Lega.
Mantovani ha spiegato che la fecondazione assistita eterologa sarà autorizzata in Lombardia presso tutti i centri di procreazione medicalmente assistita di primo, secondo, terzo livello autorizzati per l’omologa (una sessantina). A partire dall’approvazione della delibera, però, sono sospese le procedure per il rilascio di nuove autorizzazioni. E nascerà un registro regionale dei donatori affidato alla fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.
“I costi sono molto variabili, faremo una valutazione – ha risposto l’assessore a una domanda dei giornalisti – . Riteniamo che sia il governo a dover fissare i Lea, come ha fatto con l’omologa”. Mantovani ha precisato che l’eterologa entrerà in vigore in Lombardia “a brevissimo, non appena la delibera sarà pubblicata”.
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nella foto: l’assesssore alla Salute della regione Lombardia Mario Mantovani (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)