• Libri
  • Venerdì 12 settembre 2014

La depressione disegnata

Un capitolo del libro di Allie Brosh, che racconta con rudimentali disegnini e molto umorismo la sua infanzia e le difficoltà della vita

A settembre è uscito per la casa editrice Magazzini Salani il libro Un’iperbole e mezza: Il mio cane è scemo, il mondo è crudele e io sono sconnessa più che mai, una raccolta dei migliori post del blog Hyperbole and a Half, aperto nel 2009 dalla statunitense Allie Brosh. Nel blog Brosh racconta la sua vita quotidiana e i suoi ricordi di infanzia alternando il testo a rudimentali disegni fatti con Paintbrush – il Paint dei Mac – dove si ritrae come un pesciolino con una pinna gialla e un vestitino rosa. Brosh ha spiegato: «il personaggio che ho disegnato, perché rappresentasse me stessa nelle mie storie, ha un aspetto simile a quello di un animale, e questo mi ha concesso alcune libertà narrative: poter mantenere un certo distacco tra storia e narratore ed essere molto più sciocca. È un’impronta di me stessa, non di come appaio, ma di come sono. In fondo al cuore io sono questa assurda, strana cosa».

Un'iperbole e mezza
Brosh racconta, in modo divertente e ironico, la difficoltà di affrontare la vita quotidiana, il suo cane mentalmente ritardato e la sua depressione, in una serie di post molto famosi e apprezzati. Proprio a causa della depressione Brosh smise di aggiornare il blog per molto tempo, fino a quando nel maggio del 2013 pubblicò un post intitolato “Depressione parte seconda“, che fu visualizzato in un solo giorno da un milione e mezzo di lettori: in centinaia le hanno scritto per ringraziarla mentre molti critici e psicologi hanno sottolineato e l’accuratezza della descrizione della malattia.

Nel novembre del 2013 è stato pubblicato il libro Hyperbole and a Half: Unfortunate Situations, Flawed Coping Mechanisms, Mayhem, and Other Things That Happened, che conteneva alcuni dei suoi post più famosi e dieci nuove storie e che ha venduto oltre 400 mila copie. Di seguito potete leggere il capitolo “Depressione parte prima”, che trovate qui nella versione originale in inglese.

***

Certe persone hanno un buon motivo per essere depresse, ma io no.
Un giorno mi sono semplicemente svegliata triste e confusa senza nessunissimo motivo.

Allie Brosh

È spiacevole essere tristi senza una ragione. La tristezza può essere quasi piacevole quando hai un modo per giustificarla. Puoi ascoltare una musica triste e immaginarti come il protagonista di un film drammatico. Puoi guardare fuori dalla finestra piangendo e pensare: Che tristezza. Non riesco a capacitarmi di quanto sia triste questa situazione. Scommetto che, se mettessero in scena la mia tristezza, riuscirebbero a far piangere tutto il pubblico di un cinema.

Ma la mia tristezza non aveva uno scopo. Ascoltare una musica triste e immaginare che la mia vita fosse un film mi faceva sentire strana, perché non riuscivo a contemplare l’idea di un film con una protagonista che è triste senza motivo.

Allie Brosh_1

In pratica mi veniva negato il diritto di autocommiserarmi, che è l’unica parte buona della tristezza. E, per un pochino, quella fu una ragione sufficiente per autocommiserarmi.

Allie Brosh_2

Per un po’ quel piangermi addosso mi diede una certa soddisfazione, ma me ne stancai presto. Basta così, pensai. Mi sono divertita abbastanza. Passiamo ad altro. Ma la tristezza non se ne andò.
Cercai di impormi di non essere triste.

Allie Brosh_3

Allie Brosh_4

Ma ricorrere alla forza di volontà per superare la tristezza apatica che accompagna la depressione è come per una persona senza braccia cercare di prendersi a pugni per farsi ricrescere le mani. Manca una componente fondamentale del piano, che perciò è destinato a fallire.

Allie Brosh_00

Non riuscendo a impormi di non essere triste, mi ritrovai frustrata e piena di rabbia. In un ultimo, disperato tentativo di riprendere il controllo di me stessa, ricorsi alla vergogna come strumento motivazionale.

Allie Brosh_5

Allie Brosh_6

Allie Brosh_7

Allie Brosh_8

Ma siccome ero depressa, questa tattica più che spronarmi mi fece sprofondare nell’odio.

Allie Brosh_9

Allie Brosh_10

Allie Brosh_11

Il che mi fece sentire ancora più triste.

Allie Brosh_12

E questo non fece altro che avvilirmi e rendermi ancora più aggressiva.

Allie Brosh_13

E questo mi fece sentire ancora più triste, e così via, sempre di più, sempre di più, fino al punto che l’unico modo per esprimere adeguatamente la mia tristezza fu strisciare molto lentamente sul pavimento.

Allie Brosh_14

Allie Brosh_15

Il ribrezzo e la vergogna che provavo per me stessa avevano smesso di avere una qualche minima utilità, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro, così continuai a seguire me stessa come una carogna, commentando i miei pensieri e le mie azioni con fiotti di cattiverie.

Allie Brosh_16

Allie Brosh_17

Allie Brosh_18

Allie Brosh_19

Allie Brosh_20

Allie Brosh_21

Allie Brosh_22

Allie Brosh_23

Allie Brosh_24

Passai mesi chiusa in casa, navigando in Internet seduta in cima a una pila di biancheria sporca che avevo buttato sul divano «solo per un secondo», perché mi era venuto un attacco di apatia mentre andavo verso la lavatrice e non ero riuscita a proseguire. Dopo due settimane, non ero ancora arrivata alla meta. Ma che importava, tanto non mi stavo nemmeno facendo troppe docce, e comunque sedersi su un mucchio di indumenti non era poi così scomodo. E se anche lo fosse stato, non provavo niente oltre a detestarmi, perciò non me ne importava. NON MI IMPORTAVA NIENTE DI NIENTE.

Allie Brosh_25

A poco a poco, le mie emozioni cominciarono a rattrappirsi. Le poche che riuscivano a sopravvivere alle continue sferzate si aggiravano barcollanti come cerbiatti feriti in attesa di morire e unirsi alle altre carcasse disseminate nel deserto della mia anima. Non riuscivo nemmeno più a raccogliere un minimo di entusiasmo per odiarmi.

Allie Brosh_26

Allie Brosh_27

Allie Brosh_28

Ero lì che andavo alla deriva, senza sapere bene che cosa provassi né se potessi provare qualcosa.

Allie Brosh_29

Allie Brosh_30

Se la mia vita fosse stata un film, il momento di svolta della mia depressione sarebbe stato pregno di suggestione e di significato. Si sarebbe manifestato con un’esplosione di saggezza e la mistica scoperta del mio essere profondo, e così avrei vinto i miei demoni, riprendendo a vivere il resto dell’esistenza nella felicità.
E invece la mia svolta si imperniò sul fatto che avevo noleggiato alcuni film e non li stavo restituendo da troppo tempo.
Le penali per il ritardo avevano raggiunto un punto tale per cui l’ingiustizia di dover sborsare più di quanto dovevo già fu più forte della mia apatia. Pensai di tenermi i film e non tornare più da Blockbuster, ma poi mi ricordai che volevo rivedere Jumanji.

Mi misi addosso qualcosa, infilai i film nello zaino e pedalai verso il Blockbuster. Fu il tragitto in bici più lento e rabbioso della mia vita.

Allie Brosh_31

E quando arrivai, scoprii che non l’avevano nemmeno, Jumanji.
Mentre mi chiedevo se accontentarmi di un film che non fosse Jumanji o andarmene a casa e fissare il vuoto in un silenzio penoso, notai una donna che mi guardava in modo strano poco più in là.

Allie Brosh_32

Probabilmente mi guardava così perché avevo un’aria molto, molto depressa ed ero vestita come un vagabondo eschimese.
Normalmente, per un attimo avrei provato un senso di forte imbarazzo, e invece non provai niente.

Allie Brosh_33

Ho sempre sognato di potermene fregare alla grande.Tante volte, piangendo sul cuscino senza un buon motivo, avevo fantasticato di riuscire un giorno a diventare una tipa stoica, come quegli stronzi tutti musica rock che non hanno paura di niente. Ed ecco, ecco che finalmente, dopo una vita di emozioni, ansia e ancora emozioni, di emozioni non ne avevo più. Avevo consumato l’ultima con la delusione per non aver potuto noleggiare Jumanji.
Mi sentii invincibile.

Allie Brosh_34

Ed ecco che iniziò una minuscola ribellione.

Allie Brosh_35

Allie Brosh_36

Allie Brosh_37

Allie Brosh_38

Allie Brosh_39

Allie Brosh_40

Allie Brosh_41

Poi schizzai fuori come Batman e pedalai a casa in un lampo di orgoglio sprezzante.

Allie Brosh_42

E fu così che la mia depressione divenne così orribile da passare all’esterno, diventando una specie di esoscheletro che la paura non avrebbe potuto scalfire.

Allie Brosh_43