Immagini insolite dalla Corea del Nord
Scattate dalla fotografa tedesca Julia Leeb, che ha visitato il paese spacciandosi per turista e che le ha pubblicate nel libro "North Korea: Anonymous Country"
Nel 2012 e nel 2013 la fotoreporter tedesca Julia Leeb è andata in Corea del Nord con un visto turistico, dopo aver firmato documenti in cui dichiarava di trovarsi nel paese esclusivamente per ragioni turistiche. Leeb però ha scattato comunque tante foto della capitale Pyongyang e di altre zone poco conosciute del paese, che ha poi raccolto nel libro North Korea: Anonymous Country, pubblicato dalla casa editrice teNeues. Le 160 fotografie a colori – accompagnate da didascalie in inglese, francese e tedesco – mostrano immagini a cui siamo più abituati insieme a scene più insolite: momenti di vita quotidiana, viste notturne di Pyongyang, stradoni abbandonati in città periferiche.
Nel secondo viaggio fatto nel maggio 2013 Leeb venne accompagnata da due amiche: furono il primo gruppo di sole donne a visitare il paese. Vennero accompagnate da un autista e due guide che «parlavano perfettamente il tedesco», ha raccontato Leeb, «senza alcun accento, pur non essendo mai state in Germania». La fotografa ha raccontato che gli accompagnatori «ci controllano, ma si controllano anche tra di loro. L’autista, che parla solo coreano, tiene d’occhio se gli altri due si parlano in altre lingue. Le guide mi chiedevano cosa pensa la gente della Corea del Nord. Ho cercato di essere educata, ma ho dovuto dirgli che non hanno buone opinioni e che molti pensano alla Corea del Nord come un aggressore; il loro atteggiamento era “Non è vero. Voi, il mondo di fuori, ci minaccia. Noi cerchiamo solo di difenderci”».
Leeb racconta che scattava foto di continuo, dato che nessuno glielo impediva. A un certo punto però la polizia nordcoreana iniziò a insospettirsi e le fece sequestrare il passaporto. Le guide presero a parlare sommessamente tra loro, evitavano di guardarla negli occhi, e il clima divenne pesante. Leeb continuò il viaggio senza i documenti, che alla fine le vennero restituiti, ma le furono anche imposti limiti su cosa poteva fotografare. Leeb ha spiegato che ci sono molte restrizioni e controlli su cosa i turisti possono fare e vedere, ma che «quando attraversi un paese per tremila chilometri, non è possibile nasconderlo. Certo, molte cose sono controllate, ma non sono cieca». Ha raccontato che l’obiettivo del libro è instaurare una sorta di dialogo con la gente del posto, che ha definito «sorprendente», «disciplinata e curiosa».
North Korea – Anonymous Country è anche un libro interattivo: scaricando l’apposita applicazione su smartphone e tablet è possibile accedere a nuovi video e immagini, accompagnate da musica appositamente composta da Xenia Maculan.
Il booktrailer del libro