La mappa dei massacri dell’IS in Iraq e in Siria
Li ha messi in ordine una giornalista del Washington Post: raccontano di terribili violenze su soldati governativi e minoranze etniche presenti nei territori sotto il controllo dei miliziani
Negli ultimi tre mesi, i combattenti dello Stato Islamico (IS) – gruppo estremista prima conosciuto come ISIS – hanno compiuto dei terribili massacri in Siria e in Iraq contro soldati regolari e civili. In particolare hanno preso di mira alcuni minoranze etniche e religiose, ma anche gruppi sunniti (il sunnismo è l’orientamento dell’islam a cui appartengono anche i miliziani dell’IS). Una mappa del Washington Post ha messo insieme i più estesi massacri compiuti dall’IS.
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Camp Speicher (Iraq): tra le 560 e le 770 persone uccise, secondo Human Rights Watch. L’IS aveva inizialmente detto di avere ucciso 1.700 soldati iracheni: aveva pubblicato foto che sembravano mostrare massacri di decine di soldati iracheni, costretti a sdraiarsi a faccia in giù in un fosso poco profondo e con le braccia legate dietro la schiena.
Mosul (Iraq): 670 persone uccise, secondo l’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite. Circa 1.000-1.500 detenuti di un carcere di Mosul erano stati messi uno di fianco all’altro su quattro file. I miliziani dell’IS avevano chiesto ai sunniti di farsi da parte, e poi avevano ordinato ai restanti di inginocchiarsi, e gli avevano sparato.
Kirkuk (Iraq): almeno 40 persone uccise in quattro villaggi. Gli attacchi erano cominciati a sud di Kirkuk, due settimane dopo che l’IS aveva conquistato Mosul.
Yazidi (Iraq): almeno 80 persone della minoranza religiosa yazida massacrate. Migliaia di yazidi erano stati costretti inoltre a rifugiarsi sul monte Sinjar, episodio che tra le altre cose aveva condizionato la decisione degli Stati Uniti di intervenire in Iraq contro l’IS.
Base aerea di Tabqa (Siria): 120 soldati siriani catturati e uccisi, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione non governativa filo-ribelli. La base aerea di Tabqa era una delle ultime roccaforti dell’esercito siriano nel nord del paese.
Deir al-Zour (Siria): 700 uomini di una tribù della Siria orientale uccisi, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani. La maggior parte appartenevano alla tribù degli shueitat.