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  • Domenica 7 settembre 2014

7 cose notevoli sul circuito di Monza

Dove si corre il Gran Premio d'Italia di Formula 1, una delle corse storiche e più attese di tutto il Mondiale

di Antonio Russo - @ilmondosommerso

Domenica 7 settembre all’autodromo nazionale di Monza si correrà l’85esima edizione del Gran Premio d’Italia di Formula 1: è una delle gare più attese di tutto il campionato mondiale, sia per la lunga tradizione di questa corsa – si è corso qui ogni anno il Gran Premio d’Italia fin dal 1922 (eccetto che nel 1937, 1947, 1948 e 1980) – sia perché è uno dei circuiti del Mondiale con la più alta velocità media di percorrenza sul giro. In altre parole, si tiene il piede sull’acceleratore fino in fondo per quasi tutto il tempo del giro. Inoltre alcuni lunghi rettilinei presenti nel tracciato, e qualche brusca frenata necessaria, permettono più o meno agevolmente i sorpassi tra le macchine.

A causa del recente dominio tecnico mostrato dalla squadra tedesca Mercedes, per la vittoria del Gran Premio d’Italia del 2014 dovrebbero vedersela soltanto i due piloti della Mercedes, appunto: il britannico Lewis Hamilton e il tedesco Nico Rosberg, attualmente primo nella classifica dei piloti, seguito dallo stesso Hamilton. Competizione per il primato in classifica a parte, ci sono alcuni fatti notevoli e curiosità riguardo il Gran Premio d’Italia, che potrebbero rendere la storia di questa corsa interessante anche per i non appassionati di sport motoristici.

1. Il Gran Premio del 1971
L’edizione del Gran Premio d’Italia del 1971 viene ricordata come uno degli arrivi al traguardo più leggendari nella storia della Formula 1. Il tracciato era piuttosto diverso da com’è oggi: molte chicane, in seguito inserite per interrompere tratti rettilinei molto lunghi, non erano ancora presenti, e capitava che i piloti non avessero diverse occasioni per distanziarsi l’uno dall’altro in accelerazione. Al traguardo del 1971 arrivarono in cinque in meno di un secondo: il britannico Peter Gethin, alla guida della BRM, vinse la corsa, precedendo lo svedese Ronnie Peterson di un solo centesimo di secondo; poi arrivarono il francese François Cevert a 9 centesimi, il britannico Mike Hailwood a 18 centesimi e l’australiano Howden Ganley a 61 centesimi. Quello tra Gethin e Peterson è il più breve distacco al traguardo tra primo e secondo classificato di un Gran Premio nella storia della Formula 1.

2. Il giro più veloce di sempre in Formula 1
Durante le prove del Gran Premio d’Italia del 2004 il pilota colombiano Juan Pablo Montoya, alla guida della Williams FW27, fece segnare il giro più veloce mai registrato nella storia della Formula 1 in un weekend di gara ufficiale. Montoya percorse il circuito di Monza a una velocità media di 262,24 chilometri orari, una media per giro mai più raggiunta da nessun altro pilota in seguito.

3. L’incidente spettacolare al traguardo nel 1993
La gara del 1993 fu vinta dal britannico Damon Hill, che guidava la Williams, la macchina nettamente più veloce in quella stagione. Non fu una gara memorabile se non per il clamoroso ritiro del campione francese Alain Prost a causa della rottura del motore – guidava l’altra Williams e partiva dalla pole position – e, soprattutto, per un bizzarro incidente che capitò sulla linea del traguardo tra le due macchine della squadra Minardi. La macchina dell’italiano Pierluigi Martini, ormai praticamente sicuro del settimo posto, fu toccata da quella del compagno di squadra brasiliano, Christian Fittipaldi, che decollò letteralmente dalla pista e riatterò dopo una “capriola” completa, tagliando regolarmente il traguardo all’ottavo posto (con una sospensione rotta a causa dell’incidente).

4. La curva “Parabolica”
Uno dei punti del circuito di Monza più noti e amati tra gli appassionati di Formula 1 è la cosiddetta curva “parabolica”, l’ultima curva prima del rettilineo del traguardo e dopo un altro lungo rettilineo parallelo a quello del traguardo. È da sempre una curva molto importante dal punto di vista tecnico perché percorrerla bene, e il più velocemente possibile, permette ai piloti di ottenere un buon tempo cronometrico in due diversi giri: quello che si conclude e quello che comincia (uscire presto dalla curva, in piena accelerazione, permette di raggiungere prima la velocità massima possibile sul lungo rettilineo del traguardo).

La curva parabolica – creata e introdotta nel tracciato di Monza a partire dal 1955 – si chiama così perché la parte finale riproduce parzialmente un arco di parabola. Il disegno della curva, nella sua parte finale, segue quello delle due curve ad alta velocità del complesso appartenente al vecchio tracciato di Monza, completamente abbandonato per ragioni di sicurezza a partire dal 1969. Sulla pista di Monza utilizzata in quegli anni, per capirci, c’erano curve sopraelevate la cui pendenza crescente verso l’esterno raggiungeva in alcuni casi un’inclinazione di più 30 gradi rispetto al piano orizzontale.

5. Il drammatico incidente del 1961
Durante il secondo giro del Gran Premio del 1961, proprio all’ingresso della curva parabolica, la Lotus dello scozzese Jim Clark toccò la Ferrari del tedesco Wolfgang von Trips, che finì fuori pista ad altissima velocità sfondando le reti di protezione e travolgendo la parte esterna del circuito, dove si trovavano molti spettatori. Nell’incidente morirono quindici persone, tra cui lo stesso von Trips. Per numero di persone coinvolte e di morti, è considerato il più grave incidente nella storia della Formula 1.

6. Il selfie di Alonso
Il Gran Premio d’Italia è anche noto, tra gli appassionati, per le abituali “invasioni” dei tifosi che al termine della gara raggiungono in massa la parte della pista sottostante il podio, dove avviene la cerimonia di premiazione. Al termine della corsa del 2013 il pilota spagnolo della Ferrari Fernando Alonso – giunto quasi “miracolosamente” secondo al traguardo, sebbene guidasse una macchina meno veloce di quelle di diversi suoi avversari – scattò sul palco della premiazione un selfie che circolò moltissimo nelle ore successive.

 

7. La foto dalla Stazione Spaziale Internazionale
Sabato 6 settembre l’astronauta statunitense Reid Wiseman, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, ha pubblicato su Twitter una foto molto suggestiva del circuito di Monza.