Il business delle pergamene benedette
Andrea Tornielli sulla Stampa racconta la storia di un commercio un po' bizzarro a cui Papa Francesco ha appena messo fine (con qualche protesta)
Andrea Tornielli sulla Stampa racconta la fine di un business piuttosto arcaico in cui alcuni intermediari facevano molti soldi vendendo per conto del Vaticano delle pergamene benedette, che si regalano in genere agli sposi o in occasione degli anniversari. Per volere di Papa Francesco, dal 31 dicembre le pergamene saranno vendute direttamente dal Vaticano e i guadagni saranno completamente devoluti in beneficenza (con qualche protesta dai negozianti che facevano da intermediari).
Stop alle pergamene con le benedizioni papali che facevano affluire un fiume di denaro a decine di negozi intorno al Vaticano: pagate da dieci a cinquanta euro, e in qualche caso pure di più, portavano alle casse dell’Elemosineria apostolica – l’istituzione storica che si dedica a elargire la carità del Papa – soltanto tre euro a pergamena per la firma e il timbro. Papa Francesco ha deciso di dire basta, portando ora a compimento un processo iniziato già quattro anni fa, con Benedetto XVI. Lo scorso 12 aprile il vescovo Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, ha inviato una lettera ai titolari delle convenzioni, informandoli che tutto finirà inderogabilmente il prossimo 31 dicembre. Da gennaio 2015 non sarà dunque più possibile ordinare presso uno dei negozi esterni al Vaticano la pergamena con la benedizione, da regalare a una coppia di sposi novelli o in occasione di un anniversario.
Chiunque vorrà la benedizione, dovrà rivolgersi direttamente all’Elemosineria, come peraltro è sempre stato possibile fare, anche via fax o via web (www.elemosineria.va). Il prezzo della pergamena varia qui dai 7 euro per quella più semplice e più piccola, fino ai 25 euro per quelle di dimensioni maggiori. Chi la ordina per regalare un ricordo in occasione di qualche speciale circostanza, sa che tutto il denaro sarà donato ai poveri: negli ultimi due mesi l’Elemosineria apostolica, grazie al ricavato delle pergamene, ha potuto donare 200mila euro a persone in difficoltà nel pagare le bollette o l’affitto. Pur avendo ricevuto un primo avviso già negli anni scorsi, e la lettera ufficiale lo scorso aprile, i negozianti stanno cercando di resistere: le pergamene vendute direttamente da loro si aggirano tra le 15 e le 20mila al mese. Il costo della carta varia dai 2 ai 4 euro, con il lavoro di stampa e le iniziali a mano si arriva a 6-8 euro. A questo si aggiunge il costo di 3 euro del timbro e della firma vaticana (gli unici soldi poi effettivamente devoluti per i poveri), e si arriva così a 9-10 euro. Tutto il resto è guadagno per il venditore. I negozianti, circa una cinquantina, hanno protestato con una lettera indirizzata al Papa, della quale ieri ha dato notizia l’agenzia Ansa.
Ma Francesco e monsignor Krajewski sono decisi a continuare per la strada intrapresa. Nella lettera inviata lo scorso 12 aprile ai titolari delle concessioni, l’Elemosineria apostolica ricorda di avere come compito proprio quello di «esercitare la carità verso i poveri a nome del Sommo Pontefice» dato che solo per questo motivo, più di un secolo fa, Leone XIII aveva dato all’elemosiniere «la facoltà di concedere la Benedizione apostolica a mezzo di diplomi, affinché l’Ufficio preposto alla carità avesse le risorse necessarie per praticarla». Fu soprattutto in occasione dell’Anno Santo del 1950 che il Vaticano cominciò ad avvalersi anche della collaborazione di altre persone o istituzioni, come negozi e librerie, «per rendere accessibile ad un numero sempre più crescente di pellegrini che giungevano a Roma» la possibilità di ottenere la benedizione. Ma sessant’anni fa non c’era Internet, e il piccolo ufficio vaticano aveva difficoltà a ricevere fisicamente la mole di richieste. Ora bastano pochi clic, e da ogni parte del globo si può ordinare la pergamena ricevendola per posta.