Il patrimonio di Vivian Maier
Una causa legale dovrà chiarire chi sono gli eredi legittimi della fotografa statunitense morta nel 2009 e divenuta celebre soltanto in anni recenti
Vivian Maier è oggi unanimemente considerata una delle esponenti più importanti della fotografia di strada del Novecento, benché i suoi lavori siano stati ignorati per decenni e poi scoperti, valutati e apprezzati soltanto in tempi recenti, dopo la sua morte. Maier nacque a New York nel 1926 e morì a Chicago nel 2009, a 83 anni, senza famiglia e dopo aver trascorso gran parte della sua vita praticamente da squattrinata. I notevoli guadagni ottenuti da alcuni collezionisti – che per poche centinaia di dollari si sono ritrovati proprietari di decine di migliaia di negativi di foto di Maier non sviluppate, e oggi valutate intorno ai 2 mila dollari a pezzo – hanno di recente avviato un interessante dibattito sulla controversa eredità di Maier, diventata nei mesi scorsi un caso giudiziario: se ne è approfonditamente occupato un articolo del New York Times.
La causa legale è stata avviata nel giugno scorso a Chicago da David C. Deal, avvocato ed ex fotografo freelance che ha detto di essere rimasto affascinato dalla storia di Maier. Deal si è messo alla ricerca di un possibile erede di Maier dopo avere scoperto che persone senza alcun legame con lei erano entrate in possesso dei rullini delle sue foto non sviluppate e ne avevano tratto notevoli profitti. «Come fotografo e come avvocato, questa situazione mi ha dato fastidio, e quindi ho deciso di fare alcune ricerche», ha detto Deal. La persona a cui Deal fa principalmente riferimento è John Maloof, un agente immobiliare di Chicago che nel 2007 acquistò per meno di 400 dollari il contenuto di un box che per alcuni anni fu preso in affitto da Vivian Maier, e in cui Maloof ritrovò decine di migliaia di negativi di foto non sviluppate. La vasta popolarità dell’opera di Maier si deve prevalentemente a una grande mostra allestita a Parigi nel novembre del 2013, proprio grazie alla collezione di Maloof, che si è lungamente impegnato a promuovere il lavoro di Maier organizzando mostre ed eventi, e girando anche un documentario (Finding Vivian Maier).
Maier – che studiò fotografia da autodidatta e coltivò questa passione per gran parte della sua vita – visse diversi anni in Francia, in affitto, e poi a Chicago (dal 1956 alla sua morte), lavorando come governante presso famiglie benestanti. Quando le fotografie diventarono famose grazie al lavoro di Maloof, lui disse di aver assunto alcuni genealogisti per scoprire eventuali discendenti di Maier in Francia e di aver pagato una somma di denaro non precisata a un uomo chiamato Sylvain Jaussaud, identificato come il parente più diretto di Maier (un figlio di un cugino di primo grado).
Deal assunse invece degli altri genealogisti, di sua iniziativa, e si recò a Gap, una piccola città alpina nel sud est della Francia, per incontrare un certo Francis Baille, un dipendente pubblico in pensione identificato come parente più diretto di Maier (un figlio di un cugino anche lui). Baille, comunque, disse di non sapere assolutamente niente della sua parentela con Maier. Convinto da Deal, Baille decise però di accettare di essere riconosciuto come erede di Maier. La causa legale è ora in corso e dovrà stabilire se Baille può essere considerato il parente più stretto di Maier (Maloof sostiene di no, che il più diretto sia Jaussaud). Secondo le autorità di Chicago, il processo potrebbe durare diversi anni e, nel frattempo, portare alla sospensione di qualsiasi mostra o esposizione delle fotografie di Maier finché l’eredità legale non sarà determinata.
A luglio Maloof – insieme a pochi altri collezionisti che stavano continuando a vendendo fotografie di Maier – ha ricevuto una lettera dall’ufficio dell’amministrazione pubblica della contea di Cook, a Chicago, in cui veniva avvisato di possibili azioni legali sui beni dell’eredità dei Maier. Anche la Stephen Bulger Gallery di Toronto, che attualmente espone diverse fotografie di Maier, ha ricevuto una lettera in cui viene richiesto di preservare l’integrità di tutti i materiali e documenti relativi ai lavori di Maier, perché sono in corso indagini su “possibili abusi e violazioni su opere protette da diritti d’autore”.
In un’intervista telefonica con il New York Times, Maloof ha detto che lui e gli altri galleristi e collezionisti in possesso di opere di Maier sono adesso in una sorta di “limbo”, in attesa di sapere dagli avvocati se possono continuare a vendere i diritti delle fotografie agli editori ed esporre opere di Maier nei musei (nel 2014 ci sono state più di dodici mostre su Maier negli Stati Uniti e in Europa). La faccenda è resa ulteriormente complicata dal fatto che, secondo le leggi federali statunitensi sul diritto d’autore, possedere la stampa o il negativo di una foto non coincide con possedere i diritti stessi di quella fotografia, ma è soltanto il proprietario di questi diritti a poter controllare e decidere la riproduzione e la vendita di quella foto. Maloof ha spiegato che sta cercando da più di un anno di acquisire legalmente i diritti d’autore sui negativi delle fotografie di Maier, ma che la richiesta per ottenerli è ancora in corso.
Maloof ha detto di essere dispiaciuto per la piega che hanno preso gli eventi, e che ha sempre fatto tutto il possibile per occuparsi del lavoro di Maier in modo legalmente ed eticamente corretto. Ha inoltre riconosciuto di aver cominciato a trarre profitto da questa sua occupazione, ma soltanto nell’ultimo anno e dopo diversi altri anni in cui ha speso molti soldi per preservare e promuovere le opere di Maier. Deal continua invece a ritenere “profondamente ingiusto” che Maloof e altri attuali proprietari delle fotografie stiano ottenendo dei guadagni a scapito degli eredi legittimi di Maier.
Foto: AP Photo/Maloof Collection Ltd., Vivian Maier