Il grande dibattito sui sedili reclinabili in aereo
Da giorni ne parlano tutti i siti americani: tratta di regole contro principi, confini tra i diritti individuali, e due incidenti in volo in pochi giorni
Da alcuni giorni, sui siti e giornali degli Stati Uniti, è in corso un esteso dibattito riguardo il corretto comportamento da tenere quando si viaggia a bordo di un aeroplano rispetto alla possibilità di reclinare all’indietro il proprio sedile, sconfinando nello spazio del passeggero della fila posteriore. Per dire, solo sul New York Times sono stati pubblicati due successivi articolati commenti sulla questione.
La discussione è in realtà antica: che la possibilità di reclinare la rigida verticalità dei sedili negli aerei possa trasformarsi in una molestia per il passeggero della fila posteriore è una questione che conosce chiunque sia salito su un aereo per un volo lungo, e se ne parla da tempo. Ma in questi giorni è passata da essere capriccio di trasvolatori assidui a tema di attualità, per via di due incidenti successivi: a bordo di un volo United Airlines partito da Newark e diretto a Denver, due passeggeri – un uomo e una donna – hanno litigato violentemente perché l’uomo aveva utilizzato Knee Defender, una aggeggio che si può inserire nel braccio del tavolino del proprio posto per bloccare il sedile e impedire che il passeggero davanti possa reclinarlo all’indietro. La lite era nata dal fatto che una delle hostess del volo aveva chiesto al passeggero in questione di rimuovere Knee Defender, il cui uso è vietato dalla maggior parte delle compagnia aeree: l’uomo si era rifiutato di farlo, e a quel punto la donna si è alzata e secondo una fonte di Associated Press gli ha lanciato un bicchiere d’acqua addosso. La discussione è proseguita in maniera così violenta che la compagnia aerea ha deciso di fare atterrare il volo a Chicago, dove i due sono stati lasciati a terra prima che il volo proseguisse per Denver.
Mercoledì 27 agosto è successa una cosa simile su un volo di American Airlines da Parigi a Miami: un uomo si è molto arrabbiato quando la donna seduta davanti a lui ha reclinato il proprio sedile, e quando un assistente di volo ha provato a calmarlo il passeggero ha reagito inseguendolo e afferrandolo per un braccio. L’uomo è stato quindi ammanettato e lasciato a terra all’aeroporto Logan di Boston.
Nei giorni successivi al primo incidente, la cui notizia è circolata estesamente online, molti hanno preso le parti dell’uomo che ha usato Knee Defender, e altri quelle della donna a cui è stato impedito di reclinare il sedile. Il New York Times, in particolare, ha pubblicato due articoli che riflettono le due rispettive posizioni: il giornalista Josh Barro ha scritto in un articolo che «quando una persona compra un biglietto aereo, una delle cose che sta comprando è il diritto di reclinare il proprio sedile. Se il passeggero [del volo United Airlines] seduto dietro desiderava così tanto che la donna non lo facesse, avrebbe dovuto pagarla per farle rinunciare a un suo diritto». Damon Darlin, un altro giornalista del Times, in un articolo successivo ha risposto che «il vero problema è che non è chiaro di chi sia quello spazio di 10-12 centimetri. Le persone, sul tema, hanno opinioni differenti. Le compagnie aeree non prendono una posizione. Usare Knee Defender sembra incivile, ma non lo è: mette in pari le cose tra i due. Al posto di avere un tizio che sbatte il sedile indietro e poi aspetta affinché tu gli consegni 50 dollari, come suggerisce Barro, con uno di quegli aggeggi puoi negoziare».
Ira Goldman, l’inventore di Knee Defender (che costa 21,95 dollari, cioè circa 16 euro, ed è in vendita da molti anni), ha detto che l’oggetto «ti dà la possibilità di viaggiare da essere umano»: ha anche aggiunto che il traffico sul sito tramite il quale lo vende è aumentato di 500 volte, da quando si è diffusa la notizia della lite sul volo della United Airlines. Sul sito di Knee Defender si può inoltre stampare una specie di biglietto da passare al passeggero del sedile davanti per spiegargli brevemente perché lo si utilizza.
Nel caso che a un certo punto del volo tu volessi reclinare il sedile, ti chiedo per favore di farmelo sapere: cercherò di adeguare me e il mio Knee Defender alle tue esigenze cosicché questo possa avvenire in sicurezza.
Il giornale online Vox ha invece pubblicato un articolo secondo il quale il vero problema non riguarda il diritto di reclinare il sedile, ma di avere a disposizione o meno lo spazio per allungare le gambe. Vox suggerisce che nel caso le persone disponessero di maggiore spazio davanti a sé non sarebbero invogliate a reclinare il sedile. È necessario però che lo spazio nel quale potere allungare le gambe, come spiegato efficacemente verso la fine dell’articolo, debba essere adeguatamente pagato:
Perché mai dovrei pagare di più per stare comodo?
Perché far volare un aereo – in termini di personale, carburante, eccetera – ha più o meno un costo fisso a prescindere da quanti passeggeri sono presenti a bordo. Di conseguenza, il costo fisso del volo dev’essere diviso fra i passeggeri. Più persone riescono ad essere stipate dentro l’aereo, più economico sarà il biglietto. Più spazio una persona vuole occupare, più dev’essere disposta a pagare. Vendere a minor prezzo dei sedili più stretti e a un prezzo maggiore quelli più larghi ha senso.
Il quotidiano online The Wire ha invece pubblicato una guida per il «passeggero consapevole», la cui prima regola è forse quella di maggior buon senso.
Chiedi il permesso prima di reclinare il sedile
Nella vicenda raccontata da Associated Press, la donna che voleva reclinare il sedile aveva chiaramente torto. Le persone basse non potranno capirlo, ma ci sono poche esperienze di volo peggiori di quella in cui sei costretto a volare con uno sconsiderato seduto davanti, che decide di reclinare il sedile fino alle tue ginocchia. La soluzione, ovviamente, è quella di chiedere in anticipo.
foto: AP Photo/Matt Slocum