Il caso Fernando Torres
I titoli lo danno come una notiziona, i commenti come una fregatura: la storia dell'acquisto più importante del Milan, con molte stelle e molte stalle
Fernando Torres è stato preso dal Milan, in prestito per due anni dal Chelsea: lo ha annunciato venerdì 29 agosto un comunicato sul sito ufficiale della squadra. La notizia dell’arrivo del trentenne attaccante spagnolo circolava da giorni, più o meno da quando il Milan aveva venduto Mario Balotelli al Liverpool, circa una settimana fa. L’acquisto di Torres è forse uno dei più controversi nella storia recente del Milan e genera da giorni commenti e dibattiti tra tifosi e appassionati, alla vigilia dell’inizio del campionato: perché Fernando Torres era considerato uno dei più forti attaccanti in circolazione fino a quattro anni fa, ma da quando è stato comprato dal Chelsea nel 2011 ha reso molto al di sotto delle aspettative, alternando buone partite a errori piuttosto ingenui, specialmente nei pressi della porta (cosa per cui è stato molto preso in giro online). Oggi, dopo tre anni e mezzo nel Chelsea e nonostante abbia appena 30 anni, è considerato da molti un giocatore quasi finito.
Chi era Fernando Torres
Torres è nato a Fuenlabrada, vicino a Madrid, il 20 marzo 1984. A 11 anni, nel 1995, cominciò a fare parte delle giovanili dell’Atletico Madrid. Esordì con la prima squadra il 27 maggio 2001 durante una partita di Segunda División (l’equivalente della Serie B) in casa contro il Leganés. La stagione dopo, giocò 37 partite in prima squadra, che riuscì a ottenere la promozione nella Liga, il campionato spagnolo più importante. Nella sua prima stagione in Liga, a 18 anni, segnò 13 gol in 29 partite: l’anno dopo, a 19 anni, diventò il più giovane capitano dell’Atletico Madrid (si dice che già allora il Milan abbia cercato di acquistarlo, senza successo).
Si parlava di lui come di un fenomeno: forte di testa ma anche molto veloce, ottimo rigorista, dotato di un gran senso del gol. A 23 anni, quando fu venduto al Liverpool per 25 milioni di euro più il centrocampista spagnolo Luis Javier García Sanz, aveva segnato 91 gol in cinque stagioni di Liga.
A Liverpool andò fortissimo: in tre anni e mezzo segnò 65 gol in Premier League, e 12 in 30 partite di Champions League. Nel 2008 arrivò terzo nella classifica del Pallone d’Oro, il più importante premio individuale per un calciatore. Col Liverpool non vinse nessun trofeo: però fece parte della nazionale spagnola che vinse gli Europei del 2008 e i Mondiali del 2010 (aveva esordito in nazionale nel settembre del 2003). In particolare, il 29 giugno 2008 segnò l’unico gol, decisivo, della finale degli Europei fra Spagna e Germania: un gran gol.
Nel gennaio del 2011 venne acquistato dal Chelsea per 58 milioni di euro. Fino a pochi giorni fa era stato il trasferimento più costoso nella storia del calcio inglese (ora è quello del centrocampista Ángel Di María dal Real Madrid al Manchester United per 75 milioni di euro). Dopo qualcosa andò storto. Torres segnò un solo gol in sei mesi, fra gennaio e giugno del 2011, peraltro alla quindicesima partita. La stagione dopo, entrando spesso dalla panchina, ne fece 11 in totale, di cui 6 in campionato in 32 partite. Quella del 2012-2013 fu la stagione migliore: fece 23 gol in 64 partite, giocò con più continuità. L’anno scorso andò così così, con 11 gol in 41 partite (solo 5 in Premier League, però) e prestazioni ondivaghe. Quest’estate il Chelsea ha comprato il forte attaccante Diego Costa dall’Atletico Madrid e ripreso Didier Drogba dal Galatasaray: Torres sarebbe rimasto a fare la riserva, insomma.
Non si è mai capito cosa non abbia funzionato: se cioè fosse un problema dello stesso Torres o dell’intera squadra, e del suo sistema di gioco (il Chelsea, però, in quei tre anni e mezzo, ha cambiato cinque allenatori).
Durante un’intervista del maggio 2014 al magazine calcistico francese So Foot, Torres ha detto di «non avere capito nulla di ciò è successo» negli ultimi anni. «Oggi sono un giocatore differente, e non voglio dire bugie: a volte mi manca davvero essere il giocatore che ero, quello che sapeva di avere il posto garantito all’inizio della partita. A un certo punto, mi sono anche messo a riguardare i video dei miei gol: volevo capire come funzionava, prima, quando segnavo.
Cosa si dice di lui
In molti hanno rimproverato al Milan di non avere investito i soldi della cessione di Balotelli in un giocatore diverso: più forte, più giovane, meno pagato (si dice che Torres prenderà circa quattro milioni all’anno netti di stipendio). Da tempo, però, il Milan preferisce prendere per pochi soldi o senza spendere nulla giocatori “già pronti” e un po’ in disarmo. Andò bene con il centrocampista olandese Mark Van Bommel, che venne preso dal Bayern Monaco nel gennaio del 2011 e fu uno dei migliori nella stagione dell’ultimo scudetto; ma finì in maniera imbarazzante nei casi di gente come Redondo – ex centrocampista del Real Madrid – Rivaldo e Ronaldo (due dei più forti attaccanti brasiliani degli ultimi decenni): ultratrentenni dalla carriera notevole arrivati al Milan negli ultimi anni da giocatori passabili. Non è un buon segno che Torres sia stato praticamente “regalato” da una squadra che tre anni fa lo pagò 58 milioni di euro.
I meno critici, invece, apprezzano il fatto che Torres sia stato comprato per pochi soldi (zero, di fatto: il Milan deve solo pagargli lo stipendio) e spiegano che nel campionato italiano può ancora fare la differenza per qualche anno, dato che il livello qualitativo è ultimamente più basso di quello della Premier League. Nel Milan, infatti, avrebbe la concorrenza del solo Giampaolo Pazzini, 30enne centravanti italiano che viene da una stagione in cui ha giocato molto poco per via di vari infortuni.
Tommaso Pellizzari del Corriere della Sera, invece, ha spiegato che «comunque vada, l’arrivo di Torres al Milan non sarà un successo» per lui. O giocherà di nuovo al di sotto delle sue aspettative, come ha fatto nel Chelsea, oppure diventerà un giocatore importante per il Milan: e quel punto «si dirà che solo il calcio italiano, nel suo disgraziato momento, poteva rigenerare un giocatore che in 110 partite al Chelsea ha segnato 20 gol. E anche in questo caso El Niño [“il bambino”, il soprannome di Torres dato dai tratti del volto vagamente infantili] non ne uscirà proprio da trionfatore».
foto: Scott Heavey/Getty Images