Cinque cose nuove in Serie A
Inizia un campionato previsto come peggiore degli altri ma più equilibrato e forse più avvincente
Sabato 30 agosto inizierà la 113esima stagione della Serie A, il campionato di calcio più importante in Italia. La prima partita sarà Chievo-Juventus e si giocherà a Verona alle 18. Lo stesso giorno, alle 20.45, ci sarà anche Roma-Fiorentina. Il resto delle partite si terrà domenica 31, sempre di sera: Milan-Lazio e Atalanta-Verona alle 18, le altre alle 20.45.
A differenza dallo scorso anno, praticamente nessuna delle squadre più forti ha comprato finora giocatori considerati dei fenomeni o dei potenziali tali: il calciomercato finisce l’1 settembre alle 23. Il “praticamente” è giustificato dall’acquisto da parte della Roma del 21enne forte attaccante esterno argentino Juan Iturbe, preso dal Verona per 22 milioni di euro (il quale a sua volta l’aveva riscattato dal Porto, che glielo aveva dato in prestito l’anno scorso, per 15 milioni di euro), e da Gary Medel e Yann M’Vila, forti e ancora relativamente giovani centrocampisti comprati dall’Inter. Juventus, Roma e Napoli – le tre squadre nettamente più forti delle altre, l’anno passato – si sono spese principalmente per rinforzare la rosa e cercare di trattenere i propri migliori giocatori. Il Milan, oltre ad assumere Filippo Inzaghi come nuovo allenatore, ha fatto poco: come da suo costume negli ultimi anni, ha preso per lo più ex giocatori-molto-forti a fine contratto e sull’orlo della pensione.
Nonostante il fatto che le squadre più forti non abbiano fatto acquisti notevoli contribuisca ad aumentare il divario di qualità tra i campionati di Spagna, Germania e Inghilterra e la Serie A, potrebbe essere comunque uno dei tornei più equilibrati e divertenti degli ultimi anni. Al contrario infatti di quanto accaduto spesso negli ultimi vent’anni, non c’è al momento una squadra nettamente più forte delle altre, se non in teoria la Juventus, che ha vinto sì gli ultimi tre campionati, ma non è più allenata da Antonio Conte – che glieli aveva fatti vincere, quegli scudetti – e ne ha assunto uno che fa giocare le proprie squadre in modo molto diverso: Massimiliano Allegri, che in più viene da una stagione disastrosa con il Milan. Al contempo Roma, Napoli, Fiorentina, Inter e Lazio si sono rafforzate, e punteranno al minimo a qualificarsi per la prossima Champions League.
E poi ci sono cinque cose che sono cambiate dall’anno scorso, per quelli che non hanno passato le ultime settimane a leggersi la Gazzetta dello Sport ogni mattina, sul lettino, in veranda, seduti su un treno; per rimettersi in pari, o avere degli argomenti di conversazione coi propri amici impallinati di calcio.
1) La Juventus senza Antonio Conte
Sarà interessante capire che ne sarà della Juventus. Nel caso fosse rimasto Antonio Conte sarebbe stata di certo considerata la favorita, dato che ha tenuto tutti giocatori più forti: i centrocampisti Arturo Vidal e Paul Pogba e l’attaccante Carlos Tévez. Molti ritenevano però che la squadra dovesse gran parte del suo successo a Conte, diventato nel frattempo allenatore della Nazionale italiana. Conte, oltre ad essersi costruito una estesa fama di motivatore, aveva impostato il gioco della Juventus su un modulo molto particolare, il 3-5-2 – allora in disuso e oggi praticato da molti – che si era rivelato perfetto per il tipo di giocatori che aveva, e in funzione del quale negli scorsi due anni erano stati comprati calciatori ritenuti adatti a giocare in quel modo.
Non è però chiaro se Allegri continuerà ad usare il 3-5-2. Durante la sua carriera ha sempre fatto giocare le proprie squadre con la difesa a quattro, spesso con un trequartista: due cose non previste dal gioco di Conte. Allegri, inoltre, ha spesso organizzato le proprie squadre in modo da cercare di ottenere il controllo della palla (e quindi della partita): le squadre di Conte, e specialmente la Juventus degli ultimi due anni, mostravano invece un gioco “di reazione”, fatto di pressing costante e gioco verticale. Durante le amichevoli del precampionato, per quel che può valere, Allegri ha alternato il vecchio modulo a meccanismi nuovi e ancora un po’ fragili (durante il Torneo Tim di qualche giorno fa ha perso contro un Milan piuttosto modesto).
2) Le squadre promosse
Non ci sono più Livorno, Bologna e Catania, retrocesse lo scorso anno. Dalla Serie B sono state promosse Empoli, Cesena e Palermo.
Empoli
È allenato dal 2012 da Maurizio Sarri, che ha 55 anni ed allena in Serie A per la prima volta. L’anno scorso, in Serie B, è arrivato secondo. Ha cambiato molto poco dalla squadra dell’anno scorso: ha preso il discreto centrocampista centrale Tiberio Guarente dal Siviglia (che l’anno scorso ha giocato per Catania e Chievo) e ha ottenuto per un altro anno in prestito il promettente centrocampista 22enne Simone Verdi da Milan e Torino, che possiedono in comproprietà il suo cartellino. In attacco, saranno probabilmente titolari Massimo Maccarone e Francesco Tavano, entrambi nati nel 1979, che avevano già giocato assieme nell’Empoli nella stagione 2001-2002: Tavano giocò ancora per qualche altro anno all’Empoli per poi essere comprato nel giro di un anno da Valencia e Roma; Maccarone fece invece qualche stagione al Middlesborough, in Inghilterra, e poi girò varie squadre italiane fra Serie A e B. Dal 2012, entrambi sono tornati a Empoli, con risultati notevoli: nella scorsa stagione, Tavano ha segnato 22 gol e Maccarone 16. L’Empoli giocherà la prima partita fuori casa, contro l’Udinese, domenica 31 alle 20.45.
Cesena
Anche il Cesena ha mantenuto praticamente la stessa squadra dello scorso anno, con l’aggiunta del giovane e bravo portiere 21enne Nicola Leali, in prestito dalla Juventus, e soprattutto di Carlos Carbonero, 24enne buon centrocampista esterno nel giro della nazionale colombiana, con cui ha anche partecipato ai Mondiali. Carbonero è stato acquistato dal River Plate con prestito biennale. La squadra è allenata da Pierpaolo Bisoli dal 2012; Bisoli aveva già allenato la squadra dal 2008 al 2010, prima di essere assunto in Serie A prima dal Cagliari e poi dal Bologna (in entrambi i casi venne licenziato dopo poche giornate). L’anno scorso era arrivato quarto, in Serie B. Giocherà la sua prima partita in casa contro il Parma, domenica 31 agosto alle 20.45.
Palermo
È tornato dopo solo un anno di Serie B. È allenato da Giuseppe Iachini, che ha sostituito Gennaro Gattuso circa un anno fa, il 25 settembre 2013 (e ha poi vinto il campionato di Serie B). Ha ceduto i due attaccanti più forti della rosa, il nordirlandese Kyle Lafferty e l’uruguayano Abel Hernández (anche se la cessione di quest’ultimo non è ancora ufficiale, ma è data per fatta) e li ha sostituiti con il 23enne danese Simon Makienok: è alto 2.01, da un anno è nel giro della nazionale danese e da quattro anni segna più di 10 gol a stagione nella Superligaen, il più importante campionato danese. A centrocampo, ha preso l’ex capitano del Chievo Luca Rigoni, che in passato è stato spesso considerato vicino ad essere acquistato da grosse squadre come Roma e Milan. Il Palermo giocherà la prima partita in casa contro la Sampdoria domenica 31 agosto alle 20.45. Ha già fatto una brutta figura perdendo in casa per 3-0 contro il Modena nel terzo turno di Coppa Italia, il 23 agosto.
3) La bomboletta spray
Lo scorso 18 luglio la FIGC, l’organo di governo del calcio italiano, ha approvato a partire da questa stagione l’utilizzo dell’ormai noto spray (si è visto molto ai Mondiali) per segnare sul campo la distanza corretta fra la barriera e il pallone, prima di un calcio di punizione. Lo spray verrà utilizzato per tutte le partite dei tornei professionistici, quindi anche in Serie B e Lega Pro. Il presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA) Marcello Nicchi ha detto che ne sono state comprate 5000 bombolette.
4) Mario Gómez
Ha 29 anni, è tedesco e gioca nella Fiorentina da circa un anno. Vale come una “cosa nuova”, però, perché l’anno scorso giocò pochissimo: comprato il 12 luglio, disputò quattro partite (segnando due gol) prima di subire un grave infortunio al legamento del ginocchio durante Fiorentina-Cagliari del 15 settembre. Doveva stare fuori qualche settimana, ci rimase cinque mesi. Tornò in campo il 15 febbraio, per poi infortunarsi di nuovo poco più di un mese dopo, al legamento del ginocchio sinistro, durante una partita contro il Napoli. Fu l’ultima partita giocata da Gómez nella scorsa Serie A.
Fino a due anni fa, Mario Gómez era considerato uno dei centravanti più forti al mondo. Bravissimo di testa, dotato di un gran senso del gol e molto intelligente tatticamente, vinse due campionati di Germania e una Champions League con il Bayern Monaco, dove nel 2012 era rimasto un po’ ai margini in seguito al successo del centravanti croato Mario Mandžukić (oggi all’Atletico Madrid).
Fu comprato dalla Fiorentina un po’ a sorpresa per una cifra notevole, circa 15 milioni di euro più vari bonus. In molti ritenevano che assieme a Giuseppe Rossi avrebbe formato una delle migliori coppie di attaccanti in Europa. Poi, è andata come è andata: Rossi ha giocato un’ottima prima parte di campionato per poi infortunarsi al ginocchio il 5 gennaio (giocò poi le ultime tre partite di Serie A segnando due gol, ma non fu convocato dall’allenatore della Nazionale Cesare Prandelli per i Mondiali). Gómez ha messo insieme in tutto 15 partite, assieme a quattro gol. Ora Rossi si è fatto di nuovo male al ginocchio (sembra che starà fuori un mese circa): Gómez, invece, da quanto visto nelle amichevoli del precampionato, sembra in buona forma.
5) Giocatori oscuri
Come ogni anno da un po’ di tempo a questa parte, a inizio stagione arrivano in Serie A moltissimi giocatori stranieri di cui si sa pochissimo, e di cui circola spesso poco più che qualche informazione contenuta su Wikipedia e un paio di video su YouTube, di quelli con le immagini sgranate. Spesso, questi giocatori si portano dietro delle gran storie di talenti sprecati e di annate pazzesche seguite da decine di partite deludenti. È grazie a percorsi del genere che in Italia sono arrivati, negli anni, calciatori come gli attaccanti Diego Milito e Mauricio Pinilla e il centrocampista Thiago Motta, che in Serie A sono riusciti a ricostruire carriere.
La storia di quest’anno potrebbe essere quella di Iago Falque: centrocampista molto agile e tecnico, fu comprato dalla Juventus nel 2008, quando aveva 18 anni ed era considerato una specie di fenomeno (aveva giocato per sette anni nella primavera del Barcellona).
Un video di Falque da piccolo, quando giocava nel Barcellona
Giocò un anno nella squadra primavera dimostrando secondo TuttoJuve «grandi doti», e l’anno dopo fu prestato al Bari, dove però fece pochino. Nel 2010 passò poi in prestito alla squadra B del Villarreal, dove disputò una stagione discreta: fu quindi acquistato in estate dal Tottenham, che dopo avergli fatto giocare qualche partita di Europa League – e averlo prestato per qualche mese, in mezzo, al Southampton – lo prestò per due anni di fila in Spagna, prima all’Almería e poi al Rayo Vallecano, dove l’anno scorso è stato spesso titolare. Durante questa sessione di calciomercato è stato acquistato dal Genoa per due milioni di euro, e ha già giocato una partita di Coppa Italia da titolare contro il Lanciano. Il 4 gennaio 2014 ha compiuto 24 anni.
foto: LBERTO LINGRIA/AFP/Getty Images
Prima foto: Simone Verdi dell’Empoli (Gabriele Maltinti/Getty Images)
Seconda foto: Pierpaolo Bisoli, allenatore del Cesena (Giuseppe Bellini/Getty Images)
Terza foto: Luca Rigoni del Palermo (Tullio M. Puglia/Getty Images)