Silva contro Rousseff
Un mese prima delle elezioni brasiliane i sondaggi mostrano novità e promuovono la candidata entrata in ballo solo dieci giorni fa
I sondaggi pubblicati in Brasile negli ultimi giorni mostrano che la competizione per le presidenziali del prossimo 5 ottobre sarà di fatto solo tra due dei tre principali candidati che si sono presentati. E cioè tra l’ambientalista del Partito Socialista Marina Silva e la Presidente in carica e leader del Partito dei Lavoratori Dilma Rousseff. Marina Silva è stata scelta come candidata solo lo scorso 20 agosto per prendere il posto di Eduardo Campos, morto in un incidente aereo una settimana prima. Prima della sua morte, Campos veniva dato al 9 per cento, ma da subito si era ipotizzato che Silva avrebbe avuto la possibilità di ottenere un risultato migliore e raggiungere al secondo posto Aécio Neves, candidato del Partito della Social Democrazia Brasiliana, dato intorno al 20 per cento.
Dopo il primo dibattito televisivo fra i candidati – che si è svolto a San Paolo il 26 agosto – quest’ipotesi è stata non solo confermata ma anche superata: Rousseff rimane in vantaggio con il 34,2 per cento delle preferenze (in calo però di 2 punti rispetto al precedente sondaggio che risale ai primi di agosto), Marina Silva ha già raggiunto il 28,2 e Neves è passato al 16 perdendo quattro punti. Inoltre, secondo un altro sondaggio, in caso di ballottaggio, dato ormai per certo, Silva sarebbe eletta con un margine di nove punti su Rousseff. Nell’ipotesi invece di un ballottaggio tra Rousseff e Neves, Rousseff sarebbe rieletta con il 43 per cento dei voti contro il 33,3 per cento per Neves. Fino a qualche settimana fa questo risultato – che metterebbe fine a dodici anni di governo del Partito dei Lavoratori – sembrava impensabile.
Marina Silva è nata nel 1958 in Amazzonia in una famiglia con undici figli, di cui solo otto sopravvissuti a malaria, epatite e altre malattie diffuse in quelle zone; è stata analfabeta fino a quando aveva 16 anni. Si è pagata gli studi in storia lavorando come cameriera e dopo la laurea ha iniziato a militare nel movimento ambientalista brasiliano di Chico Mendes. È stata una delle fondatrici del Partito dei Lavoratori con Lula da Silva che, diventato presidente del Brasile, la scelse come ministro dell’Ambiente nel 2003. Si dimise cinque anni dopo, delusa dalle critiche sulla sua politica eccessivamente “verde” e soprattutto dall’assegnazione a un altro ministro del progetto di riforma della legge sui possedimenti fondiari dell’Amazzonia. Aveva partecipato con il Partito Verde Brasiliano alle presidenziali anche nel 2010, ottenendo il 19 per cento dei voti e contribuendo, con quel risultato piuttosto inaspettato, alla mancata vittoria al primo turno di Dilma Rousseff, accreditata alla vigilia di una vittoria al primo turno con superamento del 50 per cento dei voti (ottenne poi al ballottaggio il 55,5 per cento, diventando la prima donna presidente del Brasile). Silva è molto carismatica, conosciuta e riconosciuta anche a livello internazionale. I critici sostengono che non ha sufficiente esperienza. Superato nei sondaggi, Neves (dato che Silva ha attirato a sé molti potenziali suoi elettori) durante il dibattito in tv ha detto: «Il Brasile non è un paese per dilettanti».
L’altra grande critica rivolta a Silva è la sua poca chiarezza sulle questioni economiche. Silva ha sempre posto al centro della sua campagna politica l’ambientalismo e i candidati rivali hanno cercato di evidenziare gli scontri che potrebbero nascere a causa delle sue posizioni con le industrie che operano nel settore agroalimentare brasiliano che rappresenta un quarto delle entrate economiche del paese. Silva ha replicato che «crescita economica e conservazione non sono in contrasto» e gli investitori non sembrano per ora spaventati dalla sua ascesa nei sondaggi. I consiglieri di Silva – che comprendono un rispettato economista brasiliano, Eduardo Giannetti da Fonseca, e Neca Setúbal, una degli eredi della più grande banca privata del Brasile – hanno poi dichiarato che le posizioni economiche della loro candidata sono molto vicine a quelle di Neves, economista di orientamento centrista, e a quelle della Social Democrazia: dunque favorevoli al libero mercato. E «il fatto che Silva abbia scelto dei consiglieri di questo calibro dà ai mercati molta fiducia», ha dichiarato Marcelo Salomon, analista finanziario. Reuters riporta la notizia che in una recente riunione con i banchieri del paese a San Paolo, Silva avrebbe detto che, se eletta, delegherebbe la politica economica a dei consulenti e che si concentrerebbe su altre questioni che la interessano di più: la politica ambientale, la riduzione della povertà e la lotta alla corruzione. Date infine le somiglianze tra i progetti economici di Silva e quelli di Neves, è probabile anche che in un eventuale ballottaggio tra Silva e Rousseff, la socialdemocrazia dia il suo sostegno a Silva.
Molti analisti politici ritengono che la rimonta di Silva nei sondaggi sia legata alla morte di Campos e che il sostegno dimostrato nei suoi confronti potrebbe calare nelle prossime settimane quando l’emozione per l’incidente inizierà a diminuire e le posizioni politiche di Silva diventeranno più chiare e conosciute. C’è infine il fatto che sia a Rousseff che a Neves è stato assegnato più tempo in televisione per la campagna elettorale e che entrambi hanno a disposizione maggiori finanziamenti rispetto a Silva. Da parte sua, Silva si rivolge agli elettori delusi, a quelli privi di diritti (è però contro l’aborto, anche se favorevole a un referendum), e ai più poveri, proponendosi come figura nuova che può cambiare le cose (il fatto che negli ultimi anni, sotto la presidenza di Rousseff, l’economia del Brasile sia entrata in crisi va a suo favore). Inoltre, Silva è una cristiana evangelica e può attrarre i voti di questa crescente comunità religiosa: l’ultimo sondaggio ha infatti mostrato che il pastore Everaldo, quarto candidato alla presidenza ma con ben poche speranze, è passato dal 3 all’1 per cento.
Foto: Marina Silva (AP Photo/Felipe Dana)