La tregua nella Striscia di Gaza
"Di lungo periodo" nelle intenzioni annunciate, con un accordo articolato che a Gaza è stato festeggiato
Nella notte tra martedì 26 e mercoledì 27 agosto ci sono stati estesi festeggiamenti nella Striscia di Gaza in seguito al nuovo accordo tra Israele e Hamas per una tregua di lungo periodo, dopo circa sette settimane di guerra. Migliaia di persone si sono raccolte nelle vie e nelle piazze di Gaza, cantando e urlando slogan, spesso a poca distanza dalle macerie degli edifici distrutti dai bombardamenti israeliani, condotti per indebolire l’ala armata di Hamas che per settimane aveva lanciato razzi verso il territorio di Israele.
La tregua è definita “di lungo periodo” per sottolineare che non si tratta di un momentaneo cessate il fuoco ma di un’intesa più estesa e ambiziosa. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha commentato con ottimismo la notizia della tregua, dicendo che si tratta di una nuova occasione per “creare una nazione e mettere fine all’occupazione” dei territori. Ha poi ringraziato il governo dell’Egitto per avere fatto da mediatore nella complicata fase dei negoziati. Funzionari del governo israeliano hanno detto che si sarebbero potute evitare altre settimane di attacchi se Hamas avesse accettato la tregua proposta a metà luglio, con termini simili a quelli decisi negli ultimi giorni al Cairo.
In breve, l’accordo tra Israele e Hamas che ha portato alla tregua e che implica la cessazione degli attacchi armati prevede:
– un allentamento dell’attuale embargo israeliano nei confronti della Striscia di Gaza, con l’apertura di alcuni punti di passaggio lungo il confine per permettere alla popolazione di ottenere più facilmente cibo, medicinali e i materiali necessari per la ricostruzione;
– la possibilità per l’Autorità Palestinese di ottenere progressivamente il controllo dei confini della Striscia di Gaza, ora per lo più gestiti da Israele;
– l’affidamento della gestione della ricostruzione nella Striscia di Gaza all’Autorità Palestinese;
– lo spostamento da 3 a 6 miglia dalla costa del confine entro il quale è consentita la pesca alle barche e navi della Striscia di Gaza, con la possibilità di ulteriori estensioni in futuro.
Israele, d’accordo con l’Egitto, ha chiesto in cambio ulteriori garanzie sul fatto che le nuove aperture non diventino l’occasione per fare entrare, nuovamente, nella Striscia di Gaza armi e altre risorse per l’ala armata di Hamas. Valutato l’andamento e l’effettivo rispetto della tregua, tra un mese è previsto che Israele e Hamas concordino nuovi dettagli sulla possibilità di costruire nuove infrastrutture all’interno della Striscia di Gaza, come un porto vero e proprio – più moderno e attrezzato – e un piccolo aeroporto locale.
In seguito al raggiungimento dell’accordo, diversi leader di Hamas hanno parlato di una vittoria per la loro organizzazione, tenendo comizi in varie aree della Striscia di Gaza. Anche il governo di Israele si è attribuito una vittoria, ricordando che l’operazione militare, compresa l’invasione di terra, ha permesso di distruggere buona parte delle risorse dell’ala armata di Hamas e di chiudere i tunnel usati per spostarsi oltre il confine della Striscia, eludendo l’embargo.
Secondo le autorità palestinesi, in sette settimane di attacchi Israele ha ucciso almeno 2.142 persone nella Striscia di Gaza: nella maggior parte civili. Si stima che di questi circa 500 fossero bambini. Tra gli israeliani si parla di quasi 70 persone uccise, per lo più militari.