Volersi bene, nel tempo e nel freddo
Amo ogni tuo ciglio, ogni tuo capello, ti combatto in candidi corridoi
dove si giocano le fonti della luce,
ti discuto in ogni nome, ti strappo con delicatezza di cicatrice,
a poco a poco ti metto nei capelli cenere di lampo e nastri
assopiti nella pioggia.
Non voglio che tu abbia una forma, che tu sia esattamente
quello che viene dietro la tua mano,
perché l’acqua, pensa all’acqua, e ai leoni quando si
sciolgono nello zucchero della fiaba,
e ai gesti, architettura del nulla,
le loro lampade accese a metà dell’incontro.
Ogni domani è l’ardesia su cui ti invento e ti disegno,
pronto a cancellarti, non sei così, neppure con quei capelli lisci,
quel sorriso.
Cerco la tua somma, il bordo del bicchiere in cui il vino si fa
luna e specchio,
cerco quella linea che fa tremare un uomo
nella sala di un museo.
E poi ti voglio bene, nel tempo e nel freddo.
Julio Cortázar, scrittore, poeta, critico letterario e drammaturgo argentino naturalizzato francese, autore tra gli altri di Rayuela (Il gioco del mondo), iperromanzo di oltre 300 paragrafi che possono essere letti nell’ordine specificato dall’autore all’inizio del romanzo o in ordine di comparizione. Cortázar nacque a Bruxelles cento anni fa, il 26 agosto 1914, e morì a Parigi il 12 febbraio 1984.