Renzi sta facendo cose di sinistra, dice Enrico Rossi
Tommaso Labate ha intervistato sul Corriere della Sera Enrico Rossi, attuale governatore della Toscana, di cui Matteo Renzi ha appoggiato la ricandidatura malgrado i due (uno sindaco a Firenze l’altro capo della Regione) siano sempre stati – nel PD – su posizioni politiche palesemente distanti.
Lei e Renzi vi siete sfidati spesso, in Toscana. A prescindere da chi sia chi, sfide degne di Don Camillo e Peppone.
«L’abbiamo spesso pensata in maniera molto diversa, questo è vero. E sulla politica abbiamo e avremo ancora idee differenti. Ma sull’amministrazione, sul bene dei toscani e dei fiorentini, siamo stati sempre complementari. Infatti non sono mai caduto nel tranello di chi mi contestava che da governatore davo troppi aiuti a Firenze, e quindi anche a Renzi. Il bene dei nostri cittadini è sempre arrivato prima del resto».
Sul «resto», però, lei è sempre stato antirenziano.
«Non sono renziano, né filorenziano, né antirenziano, io».
E che cos’è?
«Diciamo un comunista democratico di stampo berlingueriano».
Mentre Renzi, secondo lei?
«Matteo è figlio di una cultura politica diversa dalla mia. È nato cattolico-democratico ed è diventato un blairiano moderato».
Quando Renzi sfidò il vecchio gruppo dirigente, lei e altri sostenevate che non fosse di sinistra. Vi siete pentiti?
«Lo stesso Renzi che ha scalato il partito da destra, coi voti di moltissimi compagni, adesso fa delle cose di sinistra. Pensi al recupero delle Feste dell’Unità o alla mossa degli 80 euro, che è una cosa laburista in senso classico».
Sta dicendo che le «cose di sinistra», sconfitte da Renzi, adesso tornano grazie a Renzi?
«Graecia capta ferum victorem cepit, scrisse Orazio. La Grecia conquistata dai Romani ha finito per conquistare il selvaggio vincitore. Alla sinistra, conquistata da Renzi, è successa la stessa cosa».