Le notizie su ebola
Anche la Costa d'Avorio ha chiuso le sue frontiere, mentre un cittadino inglese risulta infettato in Sierra Leone: l'allarme per l'Europa resta comunque «molto basso»
Sabato la Costa d’Avorio ha annunciato di aver chiuso le sue frontiere con la Liberia e la Guinea, due dei paesi dove è in corso l’epidemia di ebola più grave della storia che ha già ucciso quasi 1.500 persone, mentre quasi tremila sono state contagiate. Intanto il governo del Regno Unito ha annunciato che un cittadino inglese è stato contagiato in Sierra Leone e che sarà portato a Londra per ricevere cure mediche. Si tratta di un infermiere volontario che lavorava in un ospedale di Kenema.
L’epidemia è probabilmente cominciata lo scorso dicembre in Guinea, ma non è stata rilevata fino a marzo, quando oramai era arrivata anche in Liberia e Sierra Leone. Anche in Nigeria, il paese più popoloso dell’Africa, sono stati riscontrati alcuni casi, ma non è per ora diffusa una vera epidemia. Secondo l’ONG Medici Senza Frontiere, ci vorranno almeno sei mesi per riportare l’epidemia sotto controllo. Secondo molti esperti, la diffusione di ebola è stata favorita dalle scarse condizioni igieniche dei paesi dove è comparsa e della mancanza di un sistema sanitario efficiente. Anche la popolazione, in alcuni casi, ha contribuito alla diffusione: spesso i malati vengono nascosti dalle famiglie, che preferiscono cercare di curarli con rimedi tradizionali, e in alcuni casi le cure sono state messe in dubbio e contestate per ignoranza.
Alcune settimane fa, a Monrovia, in Liberia, un gruppo di giovani ha assaltato un centro di isolamento per malati di ebola facendo fuggire i pazienti e rubando alcune coperte e materassi intrisi di sangue infetto. Il parlamento della Sierra Leone ha approvato una nuova legge per rendere illegale nascondere le persone infette e tutti e tre i paesi dove è in corso l’epidemia hanno schierato le forze di sicurezza per proteggere ospedali e centri di isolamento.
Il virus ebola causa una febbre emorragica contro cui non ci sono cure. La variante del virus che ha causato l’epidemia si chiama ZEBOV ed è considerata la più letale, con un tasso di mortalità che può arrivare al 90 per cento. Nell’attuale epidemia, comunque, il tasso di mortalità è attualmente al 47 per cento, considerevolmente più basso che in altre epidemie del passato (la più grave, in Zaire nel 1976, causò comunque molti meno morti: poco meno di trecento). Il cittadino inglese contagiato in Sierra Leone, noto solo come “William”, si trova nella fase iniziale del contagio e secondo il ministero della Salute inglese «non presenta sintomi gravi». Al momento è in viaggio per Londra su un aereo militare, dove sarà ricoverato al Royal Free Hospital. Il ministero ha fatto anche sapere che il rischio che l’epidemia arrivi nel Regno Unito resta «molto basso».
Nelle scorse settimane due cittadini americani e uno spagnolo erano stati rimpatriati dopo il contagio. Tutti e tre hanno ricevuto un farmaco sperimentale contro Ebola. I due americani sono entrambi guariti, anche se i medici hanno avvertito che potrebbe non esserci alcuna relazione tra il farmaco e la guarigione. Il cittadino spagnolo, un sacerdote, è invece morto a causa della malattia.