Marina Silva sfiderà Dilma Rousseff
La nota leader ambientalista è stata scelta come candidata alla presidenza del Brasile al posto di Eduardo Campos, morto una settimana fa in un incidente aereo
La leader ambientalista Marina Silva è stata scelta come candidata alla presidenza del Brasile per il Partito socialista (PSB), alle elezioni che si terranno il 5 ottobre di quest’anno. Silva ha preso il posto di Eduardo Campos, morto in un incidente aereo mercoledì 13 agosto: la stessa Marina Silva avrebbe dovuto essere su quell’aereo, ma all’ultimo momento a causa di un cambio di programma non salì. Per la vicepresidenza Marina Silva ha indicato il capogruppo del PSB alla Camera, Beto Albuquerque.
Marina Silva aveva partecipato con il Partito Verde Brasiliano alle presidenziali anche nel 2010, ottenendo il 19 per cento dei voti e contribuendo, con quel risultato piuttosto inaspettato, alla mancata vittoria al primo turno di Dilma Rousseff, accreditata alla vigilia di una vittoria al primo turno, quindi con superamento del 50 per cento dei voti (ottenne poi al ballottaggio il 55,5 per cento dei voti, diventando la prima donna presidente del Brasile). Negli ultimi sondaggi Eduardo Campos veniva dato al 9 per cento, ma sembra che Silva abbia la possibilità di ottenere un risultato migliore e raggiungere al secondo posto Aécio Neves, candidato del Partito della Social Democrazia Brasiliana, dato intorno al 20 per cento: Silva potrebbe quindi competere al secondo turno (dato ormai per certo) con l’attuale presidente brasiliana Dilma Rousseff, del Partito dei Lavoratori, favorita con il 38 per cento.
Marina Silva è nata nel 1958 in Amazzonia da una famiglia con undici figli, di cui solo otto sopravvissuti a malaria, epatite e altre malattie diffuse in quelle zone; è stata analfabeta fino a quando aveva 16 anni. Si è pagata gli studi in storia lavorando come cameriera e dopo la laurea ha iniziato a militare nel movimento ambientalista brasiliano di Chico Mendes. È stata una delle fondatrici del Partito dei Lavoratori con Lula da Silva che, diventato presidente del Brasile, l’ha scelta come ministro dell’Ambiente nel 2003. Si è dimessa cinque anni dopo, delusa dalle critiche sulla sua politica eccessivamente “verde” e soprattutto dall’assegnazione a un altro ministro del progetto di riforma della legge sui possedimenti fondiari dell’Amazzonia. I programmi di Silva e di Rousseff non sono molto diversi, si possono considerare entrambi di sinistra: Silva ha più attenzione per l’ambiente ed è “nuova” rispetto a Rousseff, che è la presidente uscente ed erede di Lula; allo stesso modo però ha molta meno esperienza politica e di governo.
Nel 1996 Marina Silva ha vinto il Goldman Environmental Prize (premio assegnato annualmente agli attivisti ambientalisti per ognuna delle sei regioni geografiche del mondo); nel 2007 il programma ambientalista delle Nazioni Unite le ha conferito la nomina di Champion of the Earth, nel 2010 è stata scelta dalla rivista Foreign Policy come una delle pensatrici più influenti dell’anno e nel 2012 è stata portabandiera brasiliana alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Londra. Insomma, è molto carismatica, conosciuta e riconosciuta anche a livello internazionale. Negli ultimi anni, oltre che per l’ambiente, si è impegnata per la lotta contro la povertà e a favore del diritto all’istruzione; ha proposto un referendum sull’aborto e per la depenalizzazione della marijuana.
Marina Silva sfiderà Aécio Neves e Dilma Rousseff. Neves è un economista di orientamento centrista, ex governatore dello stato Minas Gerais, ex senatore e nipote di Tancredo Neves, che venne eletto presidente nel 1985 ma morì prima di entrare in carica. Dilma Rousseff è figlia di un esule, poeta e militante comunista bulgaro: durante gli anni della dittatura militare in Brasile si unì alla resistenza, diventando guerrigliera della Vanguarda Armada Revolucionária Palmares. Fu catturata dai militari, imprigionata e torturata per tre anni. Laureata in economia, divenne ministro per le miniere e per l’energia nel 2003. Due anni dopo Lula da Silva la scelse come ministro della Casa Civil, una sorta di ministro dell’Interno con funzioni di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Da quella posizione Dilma Roussef si incaricò di attuare e coordinare tutti i principali programmi approvati dal governo e si affermò come il braccio esecutore delle politiche di Lula, che la scelse per succedergli alla presidenza nel 2010.