I monumenti sovietici ridipinti in Bulgaria
Soldati con mantelli rossi, trasformati in supereroi e dipinti di rosa: l'ambasciata russa in Bulgaria ha protestato
L’ambasciata della Russia in Bulgaria ha inviato al ministero degli Esteri bulgaro una lettera chiedendo di intervenire prontamente contro gli atti di vandalismo ai monumenti sovietici del paese. Nella notte di lunedì 18 agosto, a Lozenets, quartiere residenziale di Sofia, un monumento dedicato all’armata sovietica è stato macchiato con della vernice rossa. L’ambasciata russa ha chiesto al governo di identificare e punire i responsabili e di prendere inoltre delle misure per prevenire attacchi simili in futuro.
Quello di lunedì è solo l’ultimo di una serie di episodi simili avvenuti a Sofia: all’inizio di quest’anno, alcuni artisti avevano dipinto lo stesso monumento con i colori della bandiera ucraina, giallo e azzurro, e avevano scritto sul piedistallo “Gloria all’Ucraina!!!”, in ucraino, e altri giochi di parole offensive con il nome del presidente russo Vladimir Putin. Nel 2011 i soldati sovietici di quello stesso monumento erano stati trasformati in supereroi e clown di McDonald’s, mentre l’anno successivo le loro teste erano state coperte con dei passamontagna simili a quelli indossati dai membri del gruppo punk russo delle Pussy Riot.
Nell’agosto del 2014, infine, il monumento era stato dipinto di rosa per celebrare l’anniversario dell’invasione della Cecoslovacchia e della repressione della Primavera di Praga: in quell’occasione, sotto al monumento era stato scritto, in ceco e in bulgaro “La Bulgaria chiede scusa”. Il rosa era stato scelto per ricordare l’azione dell’artista ceco David Cerny, che nel 1991 dipinse un memoriale della seconda guerra mondiale fatto con un carro-armato, nel centro di Praga, di rosa. L’artista venne arrestato e in seguito rilasciato dopo che 12 membri del Parlamento ceco dipinsero a loro volta il carro armato di rosa per dimostrare la loro solidarietà.
I memoriali sovietici nelle ex repubbliche dell’URSS hanno generato frequenti discussioni dopo il crollo del regime nel 1989. Episodi di vandalismo si sono verificati anche in Romania ed Estonia, ad esempio. Secondo alcuni i monumenti sovietici avrebbero dovuto essere demoliti nell’era post sovietica, mentre altri ritengono che debbano essere conservati o al massimo spostati nei musei dedicati alla storia del comunismo poiché rappresentano una testimonianza significativa della storia di quei paesi.