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  • Martedì 19 agosto 2014

L’IS ha decapitato un giornalista americano

Era stato rapito in Siria: la sua uccisione è mostrata in un video pubblicato su YouTube, in cui si minaccia anche quella di un suo collega

Aggiornamento 20 agosto: L’amministrazione statunitense ha fatto sapere che secondo la sua intelligence il video dell’esecuzione di Foley è autentico. Il presidente Barack Obama parlerà alla stampa alle 18.45 ora italiana.

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In un video pubblicato su YouTube e poi rimosso da YouTube, è stata mostrata martedì sera la decapitazione di quello che è indicato come un giornalista americano, James Foley, da parte di un combattente dello Stato Islamico (IS), gruppo estremista prima conosciuto come ISIS. Foley era un giornalista freelance in Siria come fotografo per l’agenzia AFP, rapito a novembre del 2012. Nel video, prima di essere ucciso, l’uomo indicato come Foley viene costretto a dire che la sua morte è stata causata dagli attacchi aerei americani contro l’IS in Iraq decisi dall’amministrazione di Barack Obama venerdì 8 agosto; chiede anche a suo fratello John, militare dell’aviazione americana, di pensare bene a quello che sta facendo e alle conseguenze di uccidere gli iracheni con gli strike aerei.

Alla fine del video si vede anche un altro giornalista americano, Steven Sotloff, freelance per Time, che era stato rapito nel 2013, e si minaccia per lui la stessa uccisione. Un miliziano vestito di nero e con la faccia coperta, lo stesso che aveva ucciso l’uomo indicato come Foley, dice che la sorte di Sotloff dipende dalla prossima decisione dell’amministrazione Obama. Per il momento non ci sono ancora informazioni su dove sia stato il girato il video e non si hanno ancora conferme ufficiali della veridicità delle immagini, anche se diversi conoscenti di Foley hanno detto che l’uomo nel video sembra essere lui. Non è chiaro nemmeno come Foley potrebbe essere arrivato come ostaggio allo Stato Islamico, visto che le informazioni raccolte nel corso degli ultimi anni facevano pensare che Foley si trovasse sotto custodia del governo siriano.

Per tutta la sera di martedì 19 agosto YouTube e Twitter hanno cercato di limitare la diffusione del video e delle immagini, cancellando le versioni già online e sospendendo gli account che le avevano pubblicate. L’amministrazione Obama ha diffuso una nota in cui dice che l’intelligence «sta lavorando il più velocemente possibile per determinare l’autenticità del video. Se confermata, siamo inorriditi dall’uccisione brutale di un giornalista americano innocente». Anche la famiglia di Foley intanto ha diffuso una nota, attraverso l’organizzazione “Free James Foley” nata dopo il rapimento del giornalista in Siria nel 2012. Nella nota la madre Diane dice:

«Non possiamo essere più orgogliosi di nostro figlio Jim. Ha dato la sua vita cercando di raccontare al mondo la sofferenza della popolazione siriana. Imploriamo i rapitori di risparmiare le vite degli altri ostaggi. Come Jim, che sono innocenti. Loro non hanno il controllo sulle decisioni del governo americano in Iraq, in Siria, o in altre parti del mondo. Ringraziamo Jim per tutta la gioia che ci ha dato. È stato un figlio, un fratello, un giornalista e una persona straordinaria. Chiediamo che venga rispettata la nostra privacy nei giorni che verranno, mentre piangiamo e amiamo Jim.»