La conferenza stampa di Assange
Il fondatore di Wikileaks ha parlato dall'ambasciata dell'Ecuador di Londra, dove vive da due anni: per qualche ora è sembrato che volesse consegnarsi alla polizia
Lunedì 18 agosto Julian Assange, l’attivista fondatore di WikiLeaks che da circa due anni vive nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra per evitare di essere estradato in Svezia, ha tenuto una conferenza stampa per annunciare che intende lasciare l’edificio «molto presto». Non ha specificato “quando” intende farlo, ma poco dopo alcuni membri dello staff di Wikileaks hanno specificato che in ogni caso Assange non intende consegnarsi alla polizia e che non esiste alcun “piano” per farlo uscire dall’ambasciata, ma c’è una “speranza” che un accordo possa essere raggiunto. Qui potete leggere un breve riassunto della vicenda di Assange.
Kristin Hrafnsson Wikileaks spokesman says #assange ready to leave at any moment if uK allows safe passage, but no plans to hand himself in
— esther addley (@estheraddley) 18 Agosto 2014
Poco prima della conferenza stampa Skynews aveva annunciato che Assange aveva intenzione di lasciare l’ambasciata dell’Ecuador a causa di una serie di problemi di salute. Assange ha confermato che restare chiuso per due anni nell’ambasciata, che non ha spazi aperti, gli ha causato dei problemi di salute, ma ha aggiunto non intende lasciare l’ambasciata per le ragioni indicate dai «giornali di Murdoch». Skynews è di proprietà dell’imprenditore dei media australiano Rupert Murdoch. Il ministro degli Esteri dell’Ecuador, Ricardo Patino, ha detto che il suo paese continuerà ad offrire “protezione” ad Assange.
Se Assange dovesse lasciare l’ambasciata, sarebbe arrestato dalla polizia inglese e consegnato alle autorità della Svezia, che hanno richiesto la sua estradizione per via di alcune accuse di molestia sessuale da parte di due attiviste di Wikileaks, relative a episodi che risalgono al 2010. Assange fin qui ha deciso di sottrarsi alle richieste svedesi e ha trovato rifugio due anni fa nell’ambasciata dell’Ecuador. Il timore principale dei suoi sostenitori è che una volta in Svezia Assange possa essere consegnato agli Stati Uniti, dove è accusato di tradimento per aver diffuso dati sensibili e informazioni riservate attraverso Wikileaks.