L’attacco a un centro per malati di ebola
È successo a Monrovia, capitale della Liberia: 17 pazienti sono scappati e sono stati rubati materassi intrisi di sangue e molto contagiosi
La sera di sabato 16 agosto, un centro di isolamento per persone malate di ebola a Monrovia, la capitale della Liberia, è stato assaltato e saccheggiato da diverse centinaia di persone. La polizia ha cercato di disperdere la folla sparando in aria, ma senza successo. Almeno 17 persone che si trovavano all’interno del centro per essere monitorate sono fuggite.
Secondo il ministero della Salute liberiano, alcuni materassi intrisi di sangue che sono stati rubati dalla clinica rappresentano un grave rischio di infezione. Un ufficiale della polizia intervistato da BBC ha commentato il furto: «È una delle cose più stupide che abbia mai visto nella mia vita». L’ebola infatti, un virus per cui al momento non esiste una cura, si trasmette tramite il contatto con fluidi corporei di persone infette. I medici del centro hanno spiegato che dei 29 pazienti originali, nove sono morti negli ultimi giorni, 17 sono fuggiti durante l’attacco di sabato e altri tre sono stati prelevati con la forza dai loro parenti negli ultimi giorni.
I motivi dell’assalto non sono ancora chiari. Secondo il ministero della Salute liberiano, le persone che hanno assaltato il centro non volevano che i malati venissero portati nel loro quartiere. Secondo diversi testimoni, la folla che ha assaltato la clinica era composta principalmente da ragazzi piuttosto giovani armati di mazze. Molti di loro gridavano che non esiste alcuna epidemia di ebola e che si tratta di una frode messa in piedi dal presidente del paese.
In Liberia, Guinea e Sierra Leone è in corso da febbraio la più grave epidemia di ebola da quando il virus è comparso nel 1976. Più di mille persone sono morte e i primi casi di ebola sono cominciati ad apparire in Nigeria, il paese più popoloso dell’Africa.