Altri cinque giorni di tregua a Gaza
Hamas e Israele hanno accettato di estendere il cessate il fuoco fino a lunedì sera: intanto vanno avanti i colloqui al Cairo, anche se le due parti sono ancora molto distanti
Nella sera di mercoledì 13 agosto, poco prima della fine dei tre giorni di tregua decisi tra Israele e Hamas, un funzionario del governo egiziano ha annunciato che era stato trovato un accordo per estendere la tregua di altri cinque giorni: in pratica per farla durare fino a lunedì sera. I due principali gruppi che operano nella Striscia di Gaza, Hamas e il Jihad Islamico, hanno confermato immediatamente la tregua. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha informato i suoi ministri dell’estensione della tregua dopo mezzanotte: il governo ha però autorizzato i soldati israeliani a rispondere in caso fosse ripreso il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza.
Poco prima della fine della precedente tregua – cioè poco prima di mezzanotte ora di Gaza (erano le 23 in Italia) – sono stati sparati alcuni razzi verso Israele, e l’esercito israeliano ha risposto (pare però colpendo solo zone in campo aperto, come segnale di avvertimento). Hamas ha negato di essere responsabile del lancio di razzi, e lo stesso portavoce dell’esercito israeliano ha scritto: «Non c’è bisogno di saltare alle conclusioni: non so chi ha lanciato i razzi contro Israele verso le 22». Lo scambio di colpi non è durato molto e finora la nuova tregua sembra reggere.
Mercoledì l’esercito israeliano ha richiamato altri riservisti per rinforzare le truppe schierate al confine con la Striscia di Gaza. Mercoledì a Beith Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza, sono morte sei persone – il giornalista italiano Simone Camilli, un fotografo palestinese e interprete di AP e tre membri della polizia – a causa dello scoppio di una bomba inesplosa che alcuni artificieri palestinesi stavano cercando di disinnescare. Da quando è cominciata l’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, il 9 luglio scorso, i palestinesi rimasti uccisi sono 1.945, gli israeliani 67: si tratta della guerra con più morti da quando le due parti combatterono per tre settimane nell’inverno del 2008-2009.
Intanto i colloqui tra i palestinesi e Israele per trovare un accordo per una tregua duratura proseguono al Cairo, la capitale dell’Egitto. Fonti egiziane hanno detto al giornale israeliano Haaretz che le due parti hanno fatto dei passi avanti, ma ci sono ancora alcuni disaccordi su questioni piuttosto importanti che richiedono altro tempo. Tra i punti che si stanno discutendo al Cairo c’è anche la possibilità che l’Egitto permetta a un numero maggiore di persone di attraversare il passaggio di Rafah, che collega il sud della Striscia con l’Egitto: finora sembra però che il governo egiziano, particolarmente ostile verso Hamas, abbia rifiutato di accettare le richieste palestinesi.