Il primo dibattito tv sul referendum in Scozia
Il 18 settembre si vota sull'indipendenza dal Regno Unito: la discussione è stata piuttosto accesa soprattutto, come previsto, sui temi economici e la moneta
Si è svolto martedì sera il primo e atteso dibattito televisivo sul referendum che si terrà il prossimo 18 settembre in Scozia per decidere l’indipendenza politica dal Regno Unito. Il confronto è stato tra i due più noti esponenti di ciascun fronte: quello dei “no” era rappresentato da Alistair Darling, ex ministro laburista anti indipendentista, e quello dei “si” da Alex Salmond, primo ministro scozzese, socialdemocratico, e sostenitore dell’indipendenza.
Il dibattito è durato più di 90 minuti dalle ore 20.00 – in studio erano presenti tra il pubblico 350 persone – ed è stato trasmesso in diretta da Glasgow su STV, canale della televisione scozzese, ma non nel Regno Unito, in Galles e in Irlanda (non ci sono ancora i dati di ascolto). Al di fuori della Scozia è dunque stato seguito, anche se con alcune difficoltà, in streaming su internet. Sembra che BBC – ma non si è ancora arrivati alla firma definitiva dell’accordo – stia trattando per i diritti di un secondo dibattito tra i due visibile a tutti.
Sia i giornali e i media scozzesi che i giornali del Regno Unito hanno scritto che la discussione è stata piuttosto accesa e combattiva, con aspri scambi tra i due protagonisti. Secondo un sondaggio del Guardian il vincitore del dibattito è stato Darling, che ha ottenuto il 56 per cento dei voti contro il 44 di Salmond, ma diversi osservatori hanno spiegato che non c’è stato uno dei due che abbia nettamente prevalso sull’altro.
Le tematiche più discusse sono state soprattutto quelle legate alla moneta, all’economia e alle tasse. Ognuno dei due ha comunque utilizzato gli argomenti delle rispettive campagne a favore o contro l’indipendenza senza aggiungere grandi novità. Il primo a parlare è stato Salmond: nel suo discorso di apertura ha detto che il suo paese è stato governato da partiti e persone che la Scozia non ha eletto, criticando le «imposizioni di Westminster». «Nessuno, nessuno potrà fare un lavoro migliore in Scozia se non le persone che ci vivono e lavorano», ha detto, e ha aggiunto che la Scozia ha tutto da guadagnarci a separarsi dal Regno Unito.
Darling ha ribattuto che non è in gioco il patriottismo ma «il destino delle generazioni future»: «Se prendiamo questa decisione, non ci sarà poi modo di tornare indietro. Non ci sarà nessuna seconda possibilità. Per noi la scelta è molto, molto chiara. Voglio usare la forza del Regno Unito per rendere più forte la Scozia», aggiungendo che una Scozia indipendente andrebbe incontro a grandi difficoltà economiche. E ancora: «Ci sono delle volte che per amore della nostra famiglia e per amore del nostro paese è meglio dire di no. E non perché non possiamo, ma semplicemente perché non è la cosa migliore da fare».
Ci sono state diverse accuse tra i due. Darling ha detto che Salmond argomenta a favore dell’indipendenza utilizzando una serie di «congetture» e una «cieca fede» nel progetto. E lo ha incalzato dicendo: «Un bambino di otto anni le sa dire la bandiera del suo paese, la sua capitale. È una cosa normale. Ora, immagino che la nostra bandiera resterà quella con la croce di Sant’Andrea, che la nostra capitale resterà Edimburgo. Ma mi saprebbe dire che moneta avremo? Cosa dirà su questo un bambino di otto anni?». La questione della moneta è una delle più delicate, specie perché la Scozia – come il resto del Regno Unito – non fa parte dell’eurozona.
Salmond ha risposto: «Alistair, ma avremo la sterlina! Guardi che la sterlina è tanto scozzese quanto dell’Inghilterra, è la nostra sterlina tanto quanto la vostra». Darling ha chiesto a Salmond di spiegare qual è il piano alternativo degli indipendentisti, se la Scozia non dovesse ottenere l’uso della sterlina, dicendo che l’indipendenza porterebbe il paese «in cerca di un appiglio alla valuta di qualcun altro» e questa sarebbe, a suo dire, una «follia di prim’ordine». Salmond ha a quel punto citato il lavoro di una commissione del governo scozzese, di cui fanno parte due premi Nobel – Joseph Stiglitz e James Mirrlees – che aveva stabilito una serie di opzioni: la migliore risultava proprio la condivisione della sterlina, nell’interesse sia della Scozia che dell’Inghilterra. Gli argomenti di Darling sono stati poi definiti da Salmond «tattiche da campagna elettorale progettate per spaventare» gli elettori.
Prima del dibattito David Cameron, primo ministro del Regno Unito, aveva firmato un accordo con il leader laburista Ed Miliband e il vice primo ministro esponente del partito liberal democratico Nick Clegg che prevedeva la concessione di nuovi e maggiori poteri e autonomie al governo scozzese in caso di vittoria dei “no” al referendum. L’ultimo sondaggio dice comunque che i favorevoli all’indipendenza sono in svantaggio, ma in aumento. Gli indecisi sono ancora parecchi.