Israele si ritira dalla Striscia di Gaza
L'esercito ha annunciato di avere completato il lavoro di distruzione di decine di tunnel usati da Hamas: intanto è iniziata una nuova tregua di 72 ore
Dopo avere accettato la proposta di una tregua di 72 ore promossa dal governo egiziano, nella mattina di martedì 5 agosto Israele ha annunciato il completo ritiro delle sue forze militari dalla Striscia di Gaza, invasa via terra lo scorso 17 luglio. Il tenente colonnello Peter Lerner ha spiegato che le operazioni militari delle ultime settimane hanno permesso di distruggere decine di tunnel, utilizzati dai miliziani di Hamas per evitare i posti di controllo lungo i confini della Striscia di Gaza, importando nei territori palestinesi armi e munizioni da utilizzare contro Israele.
Lerner ha detto che “le forze di difesa di Israele saranno nuovamente impegnate in posizioni difensive all’esterno della Striscia di Gaza e manterranno questo tipo di posizioni”, confermando quindi il ritiro di mezzi e truppe dalla zona. Nei giorni scorsi Israele aveva già avviato una sensibile riduzione delle forze di occupazione, pur mantenendo alto il numero di interventi militari nella città di Gaza e nei dintorni.
Nella sera di lunedì 4 agosto, Israele e Hamas hanno accettato la proposta di una tregua di 72 ore, promossa dal governo egiziano. Dopo avere annunciato la settimana scorsa di non volere trattare più con Hamas, Israele ha inoltre cambiato posizione annunciando che nei prossimi giorni invierà al Cairo alcuni suoi rappresentanti, in modo da verificare la possibilità di estendere la tregua oltre il periodo di tre giorni deciso lunedì. Secondo diversi osservatori, le nuove aperture del governo israeliano potrebbero portare a un nuovo periodo di relativa calma, dopo settimane molto intense e con centinaia di morti.
Dall’inizio dell’operazione “Margine di Protezione” da parte di Israele l’8 luglio scorso con una prima serie di attacchi aerei, le autorità palestinesi stimano che siano state uccise almeno 1.800 persone tra miliziani e civili, con un alto numero di donne e bambini. Negli scontri e durante l’operazione militare di terra sono inoltre morti circa 40 israeliani. In più occasioni le Nazioni Unite hanno chiesto la fine del conflitto e criticato Israele per alcuni attacchi condotti nella Striscia di Gaza, ritenuti sproporzionati e inefficaci nel combattere la presenza dei miliziani di Hamas e degli altri gruppi che non riconoscono la legittimità di Israele.
Nonostante gli annunci della tregua e del disimpegno delle forze militari israeliane dalla Striscia di Gaza, nelle prime ore del mattino di martedì sono proseguiti i lanci di razzi dai territori palestinesi verso Israele. Le sirene che segnalano l’imminente arrivo di un attacco sono suonate in diverse aree meridionali del paese. Il sistema di difesa “Iron Dome” ha intercettato buona parte dei razzi, distruggendoli in volo, ma alcuni hanno superato i sistemi antimissile cadendo in aree rurali e nei pressi di un’abitazione a Sha’ar Hanegev, causando danni ma nessun ferito.
Nella serata di lunedì, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato la legge approvata dal Congresso per finanziare con 225 milioni di dollari il miglioramento di “Iron Dome”. Un portavoce della Casa Bianca ha spiegato che l’iniziativa permetterà a Israele di “mantenere attivo e funzionante un sistema di difesa vitale contro il lancio di razzi e colpi di artiglieria” verso i suoi territori.