Una nuova tregua nella Striscia di Gaza
Israele e palestinesi si sono impegnati a sospendere gli attacchi per 72 ore per consentire le attività del personale umanitario, delegati israeliani andranno al Cairo per nuovi negoziati
Aggiornamento delle 23:45
Nella sera di lunedì 4 agosto, le autorità di Israele e quelle palestinesi hanno accettato la proposta di una tregua umanitaria di 72 ore, promossa dal governo egiziano. La sospensione degli attacchi inizierà alle 8 del mattino in Israele, le 7 in Italia, di martedì 5 agosto. La notizia è stata data dalle principali agenzie di stampa internazionali, citando funzionari delle due parti.
Israele ha inoltre cambiato posizione rispetto a quella annunciata alla fine della scorsa settimana, confermando che invierà suoi delegati al Cairo, in Egitto, per concordare una ulteriore estensione della tregua, se possibile: Israele non ha partecipato ai negoziati di oggi organizzati dal governo egiziano. Una fonte governativa israeliana ha detto al giornale Haartez che “se il cessate il fuoco sarà mantenuto, non ci sarà bisogno di una presenza prolungata dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza”. L’occupazione militare potrebbe essere quindi ulteriormente ridotta nelle prossime ore, ma poco prima della mezzanotte alcuni razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza in direzione di Ashkelon, in territorio israeliano: il sistema antimissile di Israele, “Iron Dome”, li ha intercettati e distrutti.
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La tregua umanitaria di 7 ore annunciata unilateralmente dal governo israeliano, e iniziata alle 10 del mattino (le 9, ora italiana) di lunedì 4 agosto, si è conclusa. È stata l’ottava tregua provvisoria dall’inizio delle operazioni militari, cominciate il 7 luglio scorso, e quasi tutte sono state interrotte dopo poco, con accuse reciproche di violazione tra Hamas e Israele. Un portavoce del ministro della Salute della Striscia di Gaza ha accusato però Israele di avere interrotto il cessate il fuoco, conducendo un nuovo attacco contro un campo di rifugiati nei pressi di Gaza. Secondo fonti palestinesi circa 30 persone sarebbero rimaste ferite e sarebbe stata uccisa una bambina di 8 anni. L’agenzia di stampa Reuters ha contattato Israele per avere conferme sull’attacco, ma per ora la portavoce dell’esercito ha chiesto tempo per fare alcune verifiche.
A Gerusalemme, nella zona di Shmuel Hanavi, un uomo alla guida di un escavatore ha ribaltato un autobus: gli agenti di polizia sono intervenuti pochi istanti dopo il possibile attacco uccidendo il suo autore, un palestinese. Un pedone – un ragazzo di 25 anni – è morto dopo essere stato investito dall’escavatore, prima che questo ribaltasse l’autobus. Sempre a Gerusalemme un uomo ha sparato a un soldato israeliano, che ora è ricoverato in gravi condizioni.
(attenzione, alcune immagini sono piuttosto forti)
L’annuncio della tregua era arrivato al termine di un fine settimana in cui Israele ha deciso di non negoziare più tregue o altri accordi con Hamas, e ha progressivamente ridotto il numero di truppe di terra presenti sulla Striscia, lasciandone alcune soltanto nella zona est di Rafah, nel sud della Striscia, dove la tregua di sette ore non è stata applicata. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva detto che, nonostante il parziale ritiro delle truppe, le operazioni militari nella Striscia di Gaza sarebbero proseguite.
Poco prima dell’alba di lunedì, e cioè poche ore dopo l’annuncio della tregua unilaterale, in alcuni attacchi aerei israeliani nel quartiere di Jabalya, nel nord della Striscia, è stato ucciso Danyal Mansour, un importante leader della Jihad Islamica, il principale movimento islamista al potere nella Striscia, oltre a Hamas. Un alto ufficiale dell’esercito israeliano ha detto che sono stati distrutti altri due dei tunnel di Hamas che dalla Striscia arrivano fino all’interno del territorio di Israele: nelle ultime ore ha preso corpo l’ipotesi che Israele possa ritirare completamente le truppe non appena tutti i tunnel saranno distrutti. Intanto il numero dei palestinesi uccisi nelle operazioni militari israeliane è salito a oltre 1.800, mentre sarebbero più di 9.000 le persone rimaste ferite, ha detto il ministro della Salute di Gaza.
Nelle ultime ore si è anche molto discusso di un attacco israeliano condotto nella mattina di domenica 3 agosto in un’area vicino a una scuola gestita dalle Nazioni Unite, a Rafah, in cui sarebbero morte almeno dieci persone, e altre dieci sarebbero rimaste ferite. L’attacco era stato confermato dal portavoce dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei profughi palestinesi, Chris Gunners, ed era stato definito «un gesto criminale» dal segretario dell’ONU Ban Ki-moon, che ha chiesto che sia condotta un’indagine rapida per individuare i responsabili: «le forze israeliane sono ripetutamente informate della localizzazione di questi posti [i rifugi delle Nazioni Unite]», ha detto Ban Ki-moon.
Un portavoce dell’esercito israeliano ha detto che si sta investigando sull’incidente ma che dalle prime indagini risulta che l’obiettivo delle forze israeliane fossero “alcuni terroristi in motocicletta vicino la scuola”, e che almeno uno di questi obiettivi è stato centrato. “Le scuole non sono un nostro obiettivo. E certamente non lo sono i civili. Stiamo ancora indagando sull’incidente”, ha detto il portavoce.
Lunedì 4 agosto sarà il ventottesimo giorno di operazioni militari a Gaza. Un articolo di Haaretz riferisce di un aspetto laterale della guerra ma ugualmente significativo, e cioè che le linee commerciali tra Gaza e Israele non sono mai state interrotte. «Abbiamo lavorato con gli esportatori da Gaza continuamente, dall’inizio dell’operazione, anche durante i bombardamenti», ha detto un funzionario doganale israeliano che lavora con importatori di generi alimentari dalla Striscia di Gaza.
Foto: THOMAS COEX/AFP/Getty Images