La guerra e i mille papaveri rossi
«Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossilungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla correntecosì dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l’inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la nevefermati Piero , fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po’ addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una crocema tu no lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primaverae mentre marciavi con l’anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro coloresparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sanguee se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muoree mentre gli usi questa premura
quello si volta, ti vede e ha paura
ed imbraccia l’artiglieria
non ti ricambia la cortesiacadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccatocadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritornoNinetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all’inferno
avrei preferito andarci in invernoe mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al soledormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi».
La guerra di Piero, Fabrizio De André, dal 45 giri La guerra di Piero/La ballata dell’eroe pubblicato nel settembre del 1964.
Foto: L’installazione Blood Swept Lands and Seas of Red (“Il sangue dipinse le terre e i mari di rosso”), composta da 888.246 papaveri di ceramica disposti nel fossato, ora asciutto, della Torre di Londra. Ogni papavero ricorda un soldato dell’Impero britannico morto nella Prima guerra mondiale in un periodo compreso tra il 4 agosto 1914 – quando la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania – fino al 31 agosto 1921, il termine utilizzato dalla Commissione per i morti in guerra del Commonwealth per contare i militari morti nel conflitto. Qui altre foto dell’opera. (Dan Kitwood/Getty Images)